Il primo passo è compiuto. La Juventus ipoteca la dodicesima Coppa Italia della propria storia, la terza consecutiva, sbarazzandosi senza grossi affanni di una buona Lazio. Terminano tra migliaia di coriandoli bianconeri, coppe di champagne e Allegri in volo sui ragazzi del gruppo le vacanze romane della compagine torinese. Del disfattismo di domenica sera post Roma nemmeno l'ombra, il Crotone torna ad essere avversario più che modesto per la conquista dello scudetto grazie alla prova offerta in campo ieri. Una prestazione sostanziosa nel primo tempo, come accaduto contro i giallorossi, chiuso in doppio vantaggio con le firme di Dani Alves e Bonucci.

A differenza del campionato, nella ripresa della Finale i bianconeri hanno mente e corpo ben posizionati sul rettangolo verde dell'Olimpico. Questione di testa, di equilibrio e DNA vincente. Come quello che ha Daniel Alves da Silva, al 27esimo trofeo in carriera su trenta finali giocate. Un mostro di tecnica, mentalità, personalità e carisma sudamericano nell'Olimpo dei più grandi di sempre nel suo ruolo, capace di proiettare la Juve dentro una stagione magnifica con la concreta possibilità di fare all-in. Lui, insieme al connazionale Alex Sandro, forma una delle coppie di terzini/esterni più forti e complete al mondo: l'azione sul goal è tutta sull'asse verdeoro con l'apertura parabolica a destra di Sandro per la volée schiacciata a terra di Alves. 

Chiellini alza la Coppa sotto il cielo di Roma | Foto: @khaledalnouss1
Chiellini alza la Coppa sotto il cielo di Roma | Foto: @khaledalnouss1

Una squadra feroce quando serve, che torna impermeabile in difesa quando la pressione aumenta e le Coppe sono da alzare al cielo. Lodevole la prova di Barzagli, ancora una volta terzino mascherato a schernire Keita e Immobile. Eccezionale la prova di Neto, al riscatto totale dopo le gravi incertezze di Napoli: un paio di parate di alto livello scacciano le antiche paure e spengono i sogni di rimonta biancocelesti. Esemplare come sempre Mario Mandžukić, vero emblema di questa Juventus forgiata nei suoi recuperi del pallone (il migliore della partita, ben 8). L'unica nota stonata può essere rappresentata da Higuain, poco lucido nella finalizzazione e stoppato a più riprese da Strakosha. I suoi goal non sono serviti, ma contro il Real Madrid il Pipita dovrà assolutamente invertire il trend negativo per non perdere di nuovo dopo le tre finali buttate via con l'Argentina. 

Manca poco più di due settimane a Cardiff, ci sarà tempo per ragionare sul da farsi perché a chiamare è, a questo punto, il secondo obiettivo stagionale in ordine di tempo: il sesto scudetto consecutivo. La leggenda sarà con ogni probabilità scritta domenica pomeriggio quando lo Stadium sarà tutto esaurito nella gara contro il Crotone. Un passo alla volta, senza voli pindarici, remando tutti dalla stessa parte nelle ultime vogate che potrebbero far toccare sensazioni ineffabili a staff, giocatori e tifosi. "Saranno venti giorni di fuoco", ha commentato realisticamente Bonucci a caldo. Venti giorni per scrivere un'altra gloriosa pagina di storia in bianconero.