Verrebbe quasi da dire "fuori uno", a costo di peccare di supponenza, guardando una Juventus capace di riscattarsi immediatamente dalla sconfitta contro la Roma e in grado di tirar fuori una delle sue migliori prestazioni in un match dove bisognava essere perfetti, senza sbagliare nulla. Il primo tempo dei bianconeri è stato quanto di meglio ci si potesse aspettare dagli uomini di Massimiliano Allegri, che dopo aver concesso un'occasione all'inizio hanno dominato la frazione, segnando due volte con Dani Alves e Bonucci, per poi gestire in una ripresa dove la Lazio ha cercato in tutti i modi di ribaltare il risultato, dimostrandosi però troppo imprecisa e trovando un grande Neto sulla sua strada, che cancella la brutta partita di Napoli e si conferma ottimo portiere. 

Simone Inzaghi nella partita più importante della stagione si gioca la carta 3-5-2, con un centrocampo di grande qualità che vede sugli esterni Basta e Lulic, con Parolo (a rischio fino all'ultimo e costretto ad interrompere il riscaldamento), Biglia e Milinkovic-Savic; davanti la solita coppia d'attacco Immobile-Keita. Allegri schiera il suo classico 4-2-3-1, con Rincon e Marchisio in mediana, Dani Alves, Dybala e Mandzukic alle spalle del solito Gonzalo Higuain

Al fischio di Tagliavento la Lazio parte senza timori reverenziali, il match è equilibrato ed entrambe le squadre provano a prendere le misure all'avversaria: il primo brivido arriva al 6' quando dopo una bella discesa Keita uccella Barzagli sulla sinistra, si accentra e sorprende Neto (con deviazione di Barzagli) sul primo palo; il portiere brasiliano è salvato dal legno. Il pallone resta in campo e sul ribaltamento di fronte tocca al pipita che dai 25 metri impegna un ottimo Strakosha, che non si fa sorprendere dalla potente conclusione dell'argentino. La Juventus prende coraggio e si fa largo sulle fasce laterali, sulla sinistra Alex Sandro trova spazio sulla trequarti e piazza un cross al bacio per l'inserimento di Dani Alves sul secondo palo: Lulic si perde il brasiliano che al volo mette il pallone dove Strakosha non può arrivare.

Il gol dell'1-0 di Dani Alves | twitter - khaledalnouss1
Il gol dell'1-0 di Dani Alves | twitter - khaledalnouss1

La Lazio ha un momento di black-out, tenta di rispondere al vantaggio bianconero ma gli uomini di Allegri in contropiede diventano micidiali. Inzaghi inoltre perde al 20' Parolo, che era riuscito ad entrare in campo ma non ha retto, al suo posto Radu. Sul recupero palla Higuain fa partire il contropiede di Dybala, l'argentino allarga per Mandzukic che si fa largo nella metà campo biancoceleste e restituisce il pallone alla Joya che dal limite impegna ancora il portiere albanese, sulla ribattuta arriva Dani Alves che rimette in mazzo per Higuain, il quale trova ancora la risposta dell'estremo difensore avversario. La squadra di Simone Inzaghi non riesce a trovare le contromisure adatte, Dybala in contropiede mette ancora in difficoltà i padroni di casa, e sul successivo calcio d'angolo la Juve colpisce per la seconda volta: cross dalla sinistra "corretto" da Alex Sandro per l'inserimento di Bonucci, che al centro dell'area non deve far altro che infilare il pallone in fondo al sacco.

Nella seconda parte di frazione la Juventus gestisce il risultato, mentre la Lazio fatica a capire come trovare la chiave di lettura di una possibile rimonta. Immobile sfiora il gol con un bel tuffo di testa, pur senza impensierire Neto, e l'unico vero brivido dei bianconeri è la momentanea uscita di Mandzukic a causa di una manata, che lo porta a sanguinare e lo costringe a lasciare temporaneamente il campo. All'ultimo minuto prima dell'intervallo Milinkovic-Savic svetta su calcio d'angolo, ma Neto blocca senza problemi.

Il secondo tempo inizia allo stesso modo del primo, Juve in controllo del match e Lazio che fatica a trovare spazi. Dopo qualche minuto Inzaghi tenta la carta Felipe Anderson al posto di Bastos. Il nuovo entrato si fa subito vedere dalle parti di Neto e con un gran diagonale dal limite costringe il brasiliano al grande intervento. Ancora il portiere bianconero si supera poco dopo su Immobile, che colpisce di testa a botta sicura in piena area piccola ma trova la sua mano a negargli il gol della speranza. La Lazio col passare dei minuti inizia a prendere un po' di campo, nonostante i bianconeri si difendano abbastanza agevolmente, ma nel momento migliore dei biancocelesti Inzaghi è costretto a togliere De Vrij per problemi fisici, inserendo Luis Alberto. E' subito il nuovo entrato a tentare la via del gol con una bomba dai 30 metri, il tiro è potente ma centrale e Neto blocca.

Gli uomini di Inzaghi lottano fino alla fine e continuano a creare: Immobile si libera di Rincon al limite e cerca la conclusione dalla distanza, bloccata in due tempi da Neto, con Milinkovic-Savic che si arrabbia perché voleva il pallone in area. Allegri capisce che bisogna cambiare e mette dentro Lemina per Dybala, che esce tra gli applausi. La Juve soffre un po' di più però tiene, Immobile davanti è sempre pericoloso ma mai concreto sotto porta: l'attaccante avrebbe un'altra occasione all'84' per involarsi verso la porta di Neto, trovando però la grande opposizione di Chiellini.

Nel finale i padroni di casa le provano tutte pur di riaprire il match, ma in contropiede è la Juve che rischia di chiudere definitivamente i giochi: Dani Alves dalla trequarti trova il perfetto inserimento di Higuain che si presenta davanti a Strakosha ma viene ancora una volta murato dal portiere albanese, in serata di grazia. I biancocelesti non hanno più la forza di attaccare, il tempo passa inesorabilmente ed è il fischio di Tagliavento a sancire la dodicesima Coppa Italia dei bianconeri, che portano a casa la prima delle tre finali previste in questo ultimo step di stagione.

Finisce 2-0 per una Juventus che ha dominato per tutto il primo tempo e che ha gestito nella ripresa, pur soffrendo qualche iniziativa della Lazio, ma in generale è sembrata nettamente superiore e meritevole di questo trofeo, a dispetto comunque una Lazio protagonista di una grande stagione e di un grande cammino di coppa, e che esce tra i meritati applausi dell'Olimpico, che oggettivamente non poteva chiedere di più ai suoi ragazzi.