"L'attesa del piacere è essa stessa il piacere", così soleva ripetere, in uno dei suoi molteplici aforismi, il filosofo e drammaturgo tedesco G. E. Lessing nel corso 18^ secolo. Una pillola di vita ripresa anche da grandi campagne pubblicitarie come Campari e dai costruttori di memes e vignette esilaranti sui social network. Per quel che ci riguarda, la frase in questione sembra calzare perfettamente anche sulla pelle della Juventus, rea di mandare al vento l'appuntamento con la leggenda del sesto scudo di fila.
E' facile pensare che nello spogliatoio la presa che alimenta il campionato sia stata staccata da un pezzo, le parole di Allegri nel post gara confermano le sensazioni: "Dopo all'allenamento della vigilia temevo un abbassamento della concentrazione a fasi alterne, già dai primi passaggi mi sono accorto che ci stavamo addormentando". Anche Bonucci segue la linea del tecnico e ammette di aver mollato la presa a livello mentale. Dichiarazioni che fanno ben sperare in vista delle ultime quattro gare della stagione, soprattutto nel breve termine con il primo obiettivo incarnato dalla Lazio.
Nelle ultime tre partite la Juventus non è riuscita a portare a casa la vittoria, un piccolo record in negativo che non si presentava da settembre del 2015. I bianconeri disporranno di un altro match ball domenica prossima con il Crotone, destinato ad essere la vittima sacrificale sul banchetto già allestito per la premiazione. Nessuna scaramanzia e niente patemi, la vittoria definitiva deve coincidere con l'ultima uscita stagionale allo Juventus Stadium anche se contro una squadra affamata per la lotta salvezza.
E' lo stesso Allegri, comunque, a ragionare più sulla finale di Coppa che sul punticino contro la Roma. Leggendo la formazione ad un'ora dal fischio d'inizio si capisce molto del modus operandi del livornese e di quanto sia lontano da quello del predecessore Antonio Conte. Allegri schiera sostanzialmente una massiccia quantità di riserve in Serie A, tralasciando eventuali record e facendo rotta sulla coppa nazionale. Entrano Sturaro e Lemina in mezzo al campo, Lichtsteiner e Asamoah sulle corsie di difesa con Benatia ad affiancare Bonucci al centro. Tridente di titolarissimi con Cuadrado, Higuain e Mandzukic.
Il primo tempo non è assolutamente da buttare via, i gregari ci mettono la grinta e coprono bene la propria trequarti con un 4-5-1 in non possesso davvero efficace. Il palo colpito da Asamoah dopo pochi istanti e il vantaggio firmato da Lemina sembrano orientare la partita verso l'imminente discesa di coriandoli bicromatici bianconeri. Con Spalletti che scuote la testa da bordo campo, è la Juve a rimettere in partita gli avversari con un triplice errore sugli sviluppi di un calcio d'angolo che porta al pareggio di De Rossi. La ripresa è da cancellare (un solo tiro nello specchio al 94'), El Shaarawy e Nainggolan sfruttano le debolezze psicologiche e tecniche chiudendo l'incontro.
Ora testa alla Lazio per centrare la dodicesima Coppa Italia e il primo trofeo dell'anno, poi la seconda finale con il Crotone per brindare alla leggenda. Una settimana di fuoco che può riempire la bacheca, appuntamenti che non possono, questa volta, essere procrastinati. Allegri e i suoi devono collegare cervello e gambe in questo rush esalante per scrivere davvero la storia di questo club e smentire Lessing con la sua teoria dell'attesa.