Se il 2017 è stato l'anno della definitiva consacrazione europea per un calciatore, questo è stato di sicuro Paulo Dybala. L'argentino, dopo una prima metà di stagione un po' altalenante causa infortuni, ha mostrato tutta la sua classe da trequartista nel nuovo 4-2-3-1 ideato da Allegri e ha guidato la Juventus nella notte da sogno del 3-0 al Barcellona, nell'andata dei quarti di finale della Coppa Campioni.

Ed è proprio la Champions League il prossimo target dell'argentino, intervistato dal sito ufficiale della UEFA e come riportato da Goal.com. Nelle semifinali, l'avversario dei bianconeri sarà il Monaco, una squadra che il numero 21 sembra aver già analizzato nella maniera migliore, sia nei punti di forza che nei pochi di debolezza: "Sappiamo che tutte e due le partite saranno molto difficili. Il Monaco è in testa al campionato e sta facendo molto bene. È una squadra tosta e ha giocatori molto forti, ma anche noi, quindi sarà un grande spettacolo. Loro attaccano e segnano molto, ma questo significa che avremo spazi".

La fiducia riguardo la vittoria finale in Europa, dalle parti di Corso Galileo Ferraris, è crescente, giorno dopo giorno, partita dopo partita, nonostante lo stop dell'ultima giornata di campionato con l'Atalanta. Non è ovviamente facile, ma raggiungere il target del titolo di Campioni d'Europa significherebbe fare la storia di un club glorioso come quello torinese e in generale del calcio; oltre che accontentare uno spogliatoio che serba questo desiderio da anni: "In Champions potrebbe essere il nostro anno e stiamo andando bene in tutte le competizioni. Non sarà facile, perché ci sono altre tre squadre che vogliono vincerla, ma daremo il massimo. Vincere la coppa significherebbe raggiungere un obiettivo, perché è una delle mie ambizioni e lo è anche per i miei compagni. Sarebbe un premio meritato per molti ragazzi che sono qui da tanti anni, come Buffon, Marchisio, Bonucci, Barzagli e Chiellini. Non sono ancora riusciti a vincerla e credo che se la meritino".

Il sudamericano poi inizia a raccontare qualcosa di più personale. Si parte dall'idolo Ronaldinho, che gli ha trasmesso il piacere di giocare a calcio facendo spettacolo: un'indole tipica dei brasiliani, che il calciatore in questione sembra aver appreso appieno. E viene rivelato pure un piccolo retroscena con protagonista Gattuso, che fu allenatore di Dybala a Palermo: "Una delle maglie che vorrei è quella di Ronaldinho. Un giorno Gattuso mi ha promesso di chiamarlo per chiedergliela, ma non se n'è fatto niente. Ronaldinho era uno dei miei giocatori preferiti da bambino e mi ha fatto capire che bisogna sempre giocare col sorriso. A volte, gli allenatori e i giocatori europei non considerano il calcio come facciamo in Sudamerica. Ci divertiamo, ridiamo molto, balliamo e così via. Cerco sempre di divertirmi, è semplicemente la mia mentalità".

Ovviamente, per un giocatore che segna così tanto e così simbolico a causa del suo talento, un'esultanza particolare è d'obbligo. E' da questa esigenza che è nata la Dybala Mask, l'esultanza della Joya che imita il copricapo dei gladiatori. E c'è pure una dritta tecnica a riguardo, sull'esecuzione, che resta in ogni caso libera: "All'inizio dell'anno ho deciso che volevo un nuovo modo di esultare e ho cercato qualche nuova idea. Un giorno mi è venuta la 'Dybala Mask', che ha un significato importante e mi ha portato fortuna perché è andato tutto bene da quando l'ho fatta per la prima volta. Mi piace di più sotto il naso, ma ognuno è libero di farla come vuole...".