Errare è umano, perseverare è diabolico e il Diavolo in questa stagione sembra avere imboccato esattamente questa via. Se fino a questo momento negli scontri con le cosiddette "grandi" del nostro campionato, il Milan di Montella ha quasi sempre fornito delle prestazioni all'altezza della situazione, a prescindere dal risultato finale, quando si è trattato di avere a che fare con le medio-piccole la situazione è diventata poco giustificabile. Ultima prova la gara contro l'Empoli a San Siro.

L'Inter perde in casa della Fiorentina in maniera troppo strana per provare a trovare una spiegazione logica e mette il Milan davanti all'opportunità di allungare in maniera decisiva tanto sui nerazzurri quanto sulla Fiorentina. Un successo con l'Empoli in casa per avere un pezzetto in più di sesto posto e di Europa League fra le mani. La squadra, invece, decide di scendere in campo con lo stesso approccio e lo stesso atteggiamento di sufficienza messi in mostra in altre gare di questo campionato che avrebbero potuto rendere la rincorsa europea più agevole. Si vedano, sempre in casa, Udinese e Sampdoria e Pescara in trasferta. L'Empoli ringrazia, gioca la propria partita e trafigge due volte Donnarumma, portando a casa tre punti molto pesanti per la propria rincorsa alla salvezza. Con il Milan e soprattutto Montella a chiedersi ancora una volta come sia stato possibile regalare almeno un tempo all'avversario di turno.

Suso contrastato da Pasqual, zimbio.com
Suso contrastato da Pasqual, zimbio.com

Inutile stare a rimarcare sui limiti tecnici di una squadra che per tutto il campionato ha messo in mostra un notevole deficit qualitativo. Questo è un aspetto su cui difficilmente si può lavorare e migliorare. C'è parecchio da dire, invece, su come il Milan sia sceso in campo a livello nervoso e di carica agonistica. Elementi di fatto assenti nella gara rossonera, ad eccezione degli ultimi 20 minuti. Segnale evidente di questa scarsa concentrazione il tocco superficiale con cui per poco Zapata non mette in porta un avversario nel primo tempo. Il colombiano, da questo punto di vista, è la cartina di tornasole ideale per misurare il grado di attenzione mentale verso la partita. Quando è al 100% è un difensore discreto, se non buono, appena si cala, anche di poco, diventa una specie di mina vagante per i suoi stessi compagni. Non che gli altri 10 messi in campo abbiano messo in mostra chissà quali giocate sia chiaro.

Sulla formazione messa in campo da Montella, col senno di poi, si potrebbero fare mille appunti e porre altrettante domande. Un dubbio però va per forza analizzato. Perchè schierare anche contro l'Empoli lo stesso centrocampo che si era visto contro il Pescara? Il terzetto formato da Sosa, Pasalic e Mati Fernandez è andato in sofferenza continua contro il pressing alto e ben organizzato dell'Empoli di Martusciello, senza mai riuscire ad accelerare la manovra del Milan e a dare qualità alle giocate in fase offensiva. Più o meno le stesse difficoltà che si erano notate anche nella trasferta abruzzese. Lì almeno era arrivato un punticino a dare una leggera spintarella alla classifica, è bastata una squadra più organizzata e attrezzata del Pescara per far sì che a San Siro arrivasse addirittura un k.o. Ovvio che addossare ogni responsabilità al terzetto di cui sopra sarebbe fin troppo ingenuo, ma è altrettanto evidente come l'argentino, il cileno e il croato abbiano di nuovo sbagliato partita giocando tutti e tre insieme nel centrocampo rossonero.