Una serata indimenticabile. La Juventus porta a scuola il Barcellona, lo piega per 3-0 allo Stadium, nella gara d'andata dei quarti di finale di Champions League 2016/17. Si diverte quando attacca, si concentra quando difende, chiude la zip e lascia passare poco o nulla. Il risultato è emblematico della partita, forse la migliore della Juve di Allegri. Entriamo nel dettaglio, con le pagelle bianconere.
Buffon, 7.5 – La parata su Iniesta vale un’enorme fetta del risultato finale. Bissa su Suarez nella ripresa. Sicuro. Semplicemente provvidenziale.
Dani Alves, 7 – Si attacca a Neymar sin dal primo minuto, anche spendendo ripetuti falli che gli costano il giallo alla mezz’ora. Da ammonito, gestisce con saggezza la situazione e non concede un centimetro al connazionale, non rischiando praticamente nulla su di lui. Male invece sul filtrante di Messi per Iniesta nel primo tempo. Chiave spesso anche in uscita.
Bonucci, 6 – Annaspa a tratti, d’altro canto giocare di letture contro quel tridente è complicato per chiunque. Rischia un paio di volte, anche con un’imprecisione in impostazione nei primi minuti. Concede a Suarez alcuni varchi, ma pareggia con vari anticipi precisi e puntuali.
Chiellini, 8.5 – Invalicabile. Non sbaglia un contrasto, non lascia passare un pallone. In marcatura dentro l’area è semplicemente mostruoso, diventa l’incubo dell’attacco blaugrana. Condisce l’insalata realizzando il 3-0 e coronando forse la miglior partita della sua carriera.
Alex Sandro, 7.5 – Ha il difficile compito di contenere sul primo passo di Messi, che si ritrova nella situazione di non poterlo praticamente mai puntare per il posizionamento e la reattività che il brasiliano mostra. Gioca d’anticipo e non commette sbavature. Irrinunciabile.
Khedira, 7 – Gioca le due fasi con una sagacia impressionante. Tende a inserirsi quando i bianconeri attaccano, alzando il baricentro di tutta la squadra e accompagnando sempre con tempi perfetti. Tiene la linea e dà enorme fastidio agli avversari che cercano di giocare tra le linee, non concedendo giocate facili.
Pjanic, 7 – Difensivamente, come il compagno di reparto, non concede praticamente nulla, rubando anche più di un pallone a centrocampo quando alza il pressing. Sempre lucido in impostazione. Il 4-2-3-1 lo esalta. (dall’89’ Barzagli, s.v.)
Cuadrado, 7 – Fa ballare la cumbia a Mathieu per tutto il primo tempo, ogni volta che punta il francese si crea una potenziale palla-gol. La situazione cambia relativamente nel secondo tempo. Con la diffida sulle spalle, non si lascia mai prendere dall’irruenza e contiene sulla corsia come un veterano. (dal 73’ Lemina, 6 – Lanciato in campo nel momento forse di massima sofferenza, prova a cavarsela anche con l’estro, ma rimane un po’ isolato. Non fa danni.)
Dybala, 9 – Se questa passerà alla storia come la serata della sua consacrazione nell’Olimpo, lo sapremo tra qualche anno. La certezza è che decide con due colpi di mancino una partita di importanza capitale. Pericolo pubblico numero uno, non sbaglia nemmeno mezza giocata e mette a ferro e fuoco l’intera retroguardia catalana ogni volta che può girarsi. Quando non può, è perché viene steso. (dall’81’ Rincon, s.v.)
Mandzukic, 7 – Esaltare la sua generosità sarebbe quasi riduttivo, perché non solo ara la corsia da terzino aggiunto, ma lo fa risultando decisivo. Serve il pallone del 2-0 a Dybala. Ripiega fino a chiudere in area sugli inserimenti di Sergi Roberto e Rakitic sul palo lungo. Vittoria di Allegri.
Higuain, 6 – Difficile parlare di nota stonata, ma il Pipita è tutt’altro che brillante in fase realizzativa. Dal punto di vista della costruzione è ineccepibile, ma le sue incertezze sotto porta, con due nitide occasioni mancate, sono lampanti. Chiaroscuro.
All. Allegri, 9 – La sua firma sulla vittoria è indelebile. Inizia da gennaio, dalla scelta del nuovo sistema di gioco, dalla determinazione e dal coraggio di cambiare in un momento difficile. Le scelte di formazione di stasera sono nate quel giorno. Probabilmente, senza il proverbiale senno del poi, in pochi avrebbero dato così tanto credito ad una tal rivoluzione. Ora se la gode. La sua Juve è perfetta nelle due fasi, sa soffrire e concede pochissimo. Punge, creando. È una squadra efficiente ed efficace. Due aspetti imprescindibili nel calcio.