Il dolce richiamo della Champions League regala sempre grande spunti di analisi. Il destino e il sorteggio di Ian Rush ha anticipato nettamente una delle possibili finali, la Juventus cova da tempo vendetta e l'occasione per riprendersi la rivincita di Berlino 2015 è giunta. Il migliore attacco al mondo con Messi, Suarez e Neymar contro una delle migliori difese. A spostare gli equilibri potrebbe però essere il centrocampo.
Dopo il confronto Allegri-Luis Enrique, Sami Khedira e Sergio Busquets sono parte dell'approfondimento che li investe come equilibratori fondamentali nei loro rispettivi club. Trainano silenziosamente il gruppo ed offrono un contributo dall'inestimabile valore, sono unici e irripetibili, difficilmente rimpiazzabili nell'economia della squadra. Due prototipi di calciatori differenti che hanno però lo stesso peso specifico e la stessa dose di imprescindibilità. Un equilibratore dinamico il tedesco, un equilibratore statico lo spagnolo: quanto e come incidono negli ambienti di Juventus e Barcellona?
Partiamo da chi ci sarà nel match d'andata, ovvero Sami Khedira. Khedira è un centrocampista che fa della propria intelligenza tattica l'arma più potente. Possiede delle peculiarità rare che gli consentono di occupare quelle zolle di campo che devono essere occupate in quel determinato istante. Il piazzamento, le letture preventive, il sacrificio, l'inserimento e la leadership applicata in mezzo al campo rendono il tedesco imprescindibile. La dieta ad hoc sperimentata e inaugurata con successo dallo staff bianconero l'ha fatto rinascere per la seconda volta dopo i lunghi calvari subiti con gli infortuni. Grazie alla Juventus ha ritrovato l'amore verso il calcio, come lui stesso ha affermato a più riprese in varie interviste.
In stagione Khedira, che ha appena compiuto 30 anni, ha disputato la bellezza di 37 partite tra campionato e coppe tutte da titolare. Un salto netto rispetto alla prima stagione con i campioni d'Italia quando le apparizioni furono appena 25 in totale. Un acquisto nuovo di zecca per una Juventus che ha perso in estate un sempre-presente come Pogba, ritrovandosi con oggettive difficoltà in mezzo al campo anche a causa del lento recupero fisico di Claudio Marchisio.
Busquets è uno dei quei calciatori che non strappa applausi scroscianti, non appare sulle prime pagine dei quotidiani sportivi e non cerca mai di strafare. Non gli interessa nemmeno, molto probabilmente. Nella teca di cristallo il centrocampista spagnolo continua a scrivere la storia attraverso il suo prezioso ruolo da coordinatore davanti la difesa. Zona con mansioni fin troppo sottovalutate e il Barcellona nell'andata non potrà contare su di lui a causa della squalifica.
Vertice basso nel centrocampo a tre, Busquets è frutto dell'eccezionale lavoro de La Masia. A differenza del compagno di reparto di Iniesta e di ex come Xavi e Fabregas, il classe '88 può contare sulla fisicità e l'altezza (1.89 cm) che lo rendono ideale per una metà campo eterogenea capace di mescolare al meglio mezzi tecnici e atletici. Sulla falsa riga di Khedira, Busquets è sceso in campo per ben 38 volte in questa stagione ma a differenza del tedesco non ha mai accusato in carriera rilevanti problemi fisici che lo hanno tenuto fuori per lungo tempo.
Juventus e Barcellona hanno in comune un tratto che s'intreccia e tocca in maniera preminente il contesto tattico. Entrambe le formazioni hanno subìto un'evoluzione che ha scosso positivamente gli interpreti e le prestazioni durante l'anno. Dalla difesa a tre a quella a quattro e viceversa. Massimiliano Allegri ha abbandonato in maniera pressoché definitiva (almeno dal 1') l'assetto statico del 3-5-2. La prestazione indecorosa di Firenze ha convito il tecnico livornese ad invertire la rotta con il passaggio ad un più creativo e solido 4-4-2 / 4-2-3-1. Allo stesso modo Luis Enrique ha potuto sperimentare una nuova formula dopo la sconfitta contro il Paris Saint-Germain, nell'andata degli ottavi di finale di Champions League. Il classico 4-3-3, mai archiviato del tutto, ha lasciato spazio ad un 3-3-1-3 dai contorni bielsisti.
Gli assi portanti dei due nuovi giocattoli non possono essere che Khedira e Busquets. Se il primo ha avuto una crescita netta nelle proprie performance risultando tra i migliori giocatori per rendimento fornito, Busquets naviga nelle stesse acque di prima dato che la zona di campo e le direttive sono identiche. Il tedesco trova la più completa espressione in un centrocampo con il doble-pivote, affiancato ad un player di spiccate qualità tecniche. Con la Germania al fianco di Kroos e al Real Madrid in coppia con Xabi Alonso ha vinto praticamente tutto. Ora compone la cerniera con Miralem Pjanic. Prima sul centro-destra, ora sul centro-sinistra, il perfezionamento tattico del già mostruoso Khedira sta avvenendo gradualmente.
Il 4-4-2 disegnato da Allegri rende la struttura bianconera compatta, sfrutta al meglio le corsie laterali e le caratteristiche dei giocatori in campo. Nel 3-5-2 Khedira era costantemente chiamato ad un estenuante lavoro box-to-box con ampie porzioni di campo da coprire per accorciare sui portatori di palla e lanciarsi nello spazio. Con Pogba e Marchisio a pieno regime, lo scorso anno era plausibile inserirlo in quel contesto da mezzala tattica ma quest'anno proprio no. Il numero 6, come un sarto fiorentino, effettua un lavoro di "taglia e cuci" attraverso la proiezione di coni d'ombra con il corpo, di intercetti e strappi in mezzo al campo.
Un esempio di "taglia e cuci" khediriano nell'1-1 contro il Napoli in campionato.
In stagione, in Serie A, è il quinto calciatore in rosa per la media di Km percorsi con 10.783 e il secondo per palloni recuperati 55 (media a partita: 2,1). Preciso e puntuale sempre, più lucido e propositivo nel nuovo schema. In Champions le performance sono addirittura più intese, soprattutto nei tackles con 23 recuperi in sette partite giocate (media a partita superiore: 3,3) mentre I km coperti sono più o meno simili (avg: 10,9km).
Il capitolo Sergio Busquets è decisamente meno complesso e arzigogolato, come detto in precedenza, il lavoro dello spagnolo non è stato minimamente intaccato dal passaggio al nuovo modulo. Il giocatore di Sabadell è l'unico, nella rosa a disposizione di Enrique, in grado di giocare con nonchalance davanti la difesa, fornendo protezione alla fragile linea arretrata, intercettando linee di passaggio e utilizzando la visione periferica per uscire dal pressing avversario. Il nuovo 3-3-1-3 gli fornisce un collegamento formale con Messi, sempre più fulcro del gioco con la posizione ricoperta.
Busquets ha giocato sette gare su otto in questa edizione di Champions (panchina nel 4-0 casalingo sul Borussia Mönchengladbach), per un totale di 601'. Una pulizia nei passaggi che rasenta la perfezione con il 92% (440/476) e una prontezza nel recupero palla eccezionale (48 totali, quasi 7 palloni recuperati a partita). Come sostituirlo? Sono stati adattati a volte Rakitić e André Gomes nel ruolo in partite semplici sulla carte, la prova dell'imprescindibilità di Busquets la si avrà nella gara d'andata con i bianconeri. Potrebbe esserci la mossa Mascherano a tappare il buco nel match dello Stadium e la Juventus dovrà insistere proprio su questo punto.