Domani pomeriggio la Fiorentina ospita il Bologna di Roberto Donadoni. Paulo Sousa ha da poco finito la consueta conferenza stampa della vigilia. Andiamo a sentire le sue parole!

Al Franchi arriva il Bologna di Donadoni: "E’ una squadra che sta bene, che gioca bene. Hanno una proposta di gioco che mi piace, alternano gioco corto, lungo e verticale. Anche quando sono rimasti in dieci hanno continuato a giocare il proprio calcio. Sarà una partita tra due squadre con principi diversi ma che entrambi avranno voglia di vincere". 

Approccio dopo la sosta da non sbagliare, c'è da rincorrere l'Europa: "Il nostro percorso è orientato alle vittorie e questo ci deve dare la motivazione per fare del nostro meglio fino alla fine, per vincere più partite possibile. Ogni gara è diversa, per l’avversario, come leader del mio gruppo devo prendere le decisioni corrette per inseguire i tre punti. Il nostro percorso è orientato alle vittorie e questo ci deve dare la motivazione per fare del nostro meglio fino alla fine, per vincere più partite possibile. Ogni gara è diversa, per l’avversario, come leader del mio gruppo devo prendere le decisioni corrette per inseguire i tre punti". 

Un futuro lontano da Firenze? "Ieri è venuto il direttore a casa mia e mi ha proposto il rinnovo, ci sono belle cose da fare in futuro ma pensiamo a domani. Gli ho detto che era importante aspettare il tipo di proposta, per la lunghezza e il tipo di progetto. Abbiamo tempo fino alla fine della stagione per analizzarlo. Non ricordo se l’opzione per il rinnovo scade il 30 aprile" ma in questi giorni su vari giornali parlano di un contatto tra il tecnico portoghese i dirigenti del Borussia Dortmund: "Solo gossip, come giornalista di calcio bisogna pensare al calcio non al gossip" e sull’ incontro tra Corvino e Di Francesco?: "Ripeto, di gossip non me ne importa nulla. Non mi da nessun fastidio, la squadra lavora pensando al campo, da professionisti che sono". 

In chiusura una battuta sulla sfida tra i figli d’arte Chiesa e Di Francesco: "E’ bello vedere, non solo i figli d’arte, giocare i giovani. Per loro è ancora più difficile perché si portano dietro dei cognomi importanti. Federico Chiesa sta vivendo molto bene questa sua situazione, questa sua crescita".