L'Italia dei giovani, quella che intriga, quella che piace, quella (forse) vincente. La Nazionale getta le basi per un progetto a lunga scadenza che probabilmente partirà da Russia 2018. I Mondiali nella terra degli zar saranno uno step importante e decisivo per il percorso di crescita della selezione targata Giampiero Ventura. Il tecnico genovese, dopo aver rilevato ottimamente la pesante eredità di Antonio Conte, può davvero sorridere alla luce dei progressi (evidenti) del movimento calcistico nostrano. I giovani fanno capolino dopo anni di polvere e bocconi amari deglutiti a forza. Per loro non c'era spazio, ma finalmente dopo qualche anno buio sembra essere tornato il sereno. Il tecnico giusto, l'ambiente giusto, la pressione dosata al centilitro e qualche goccia di entusiasmo, tornato a traboccare dai campi verdi del Belpaese. 

Dopo le lacrime per l'uscita dall'Europeo in Francia, la Nazionale italiana ha avuto la necessità di ricostruire, prendendosi tutto il tempo per guardarsi intorno. Come noi, anche la Spagna ha dovuto accelerare il processo di rinnovamento, complice l'ennesima inspiegabile umiliazione nell'ultima kermesse internazionale. Ma se per Lopetegui e soci il meccanismo era già ben avviato, grazie ad una gestione spettacolare di vivai e strutture, Giampiero Ventura è stato più volte costretto a fare i conti con la dura realtà. Ciò che faceva imbestialire Antonio Conte, adesso dovrà scontrarsi con la scorza dura di un ligure che, a settant'anni, non ha paura di rimettersi in gioco. 

L'Italia dopo l'eliminazione ai rigori contro la Germania ad Euro 2016 | Photo: corrieredellosport
L'Italia dopo l'eliminazione ai rigori contro la Germania ad Euro 2016 | Photo: corrieredellosport

Stage, allenamenti, risultati e crescita dei giovani rappresentano i passi avanti evidenti del fresco CT, il quale sta inserendo pian piano le nuove leve del nostro calcio, senza disdegnare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il secondo posto, nel girone di qualificazione al Mondiale, dietro la Spagna è un indicatore importante, la partita decisiva in terra iberica (a settembre) ci dirà effettivamente dove può arrivare questa Nazionale. 

Tralasciando il presente e fantasticando un po' sul futuro, i segnali per il nostro calcio potrebbero essere inaspettatamente confortanti. L'anno calcistico 2016/2017 ci ha consegnato nuove realtà, come l'Atalanta, che si affacciano per la prima volta ai palcoscenici che contano davvero, mentre altre, come il Sassuolo ad esempio,hanno bisogno di ripartire, ma non tradiscono mai la loro linea di italianità. Ecco, proprio questo processo di "italianizzazione" e ringiovanimento ha catturato le attenzioni delle grandi del nostro calcio, Inter e Milan su tutte, decise (finalmente!) a dare un tocco di azzurro alle loro rose. Questo processo, nel caso dei nerazzurri, è stato promosso curiosamente dalla nuova proprietà cinese, mente nel caso del Milan ci auguriamo che anche in caso di passaggio di consegne si riesca a mantenere lo stesso approccio. 

A livello squisitamente tecnico potremmo davvero sfregarci le mani. Partendo dal principio, l'enorme e insormontabile eredità del sempreverde Gianluigi Buffon pare essere ricaduta sulle spalle giuste. Gianluigi, omonimo non a caso, Donnarumma sembra l'erede perfetto di un campione maestoso, ormai al tramonto della sua lunghissima e gloriosa carriera. Dietro il giovanissimo portiere del Milan, una schiera di debuttanti o quasi pronti a fiondarsi a Coverciano anche solo per una casacca azzurra. Perin, Meret, Cragno, Sportiello, Scuffet. Chi più, chi meno sono stati tutti accostati alla maglia 'numero 1' della Nazionale, ma probabilmente saranno tutti destinati ad inchinarsi a Donnarumma.

Buffon e Donnarumma | Photo: Calcionews24
Buffon e Donnarumma | Photo: Calcionews24

Il reparto difensivo è senza dubbio quello meglio assortito, con tanti giovanotti già pronti o in fase di rodaggio. La BBC juventina ha fatto da spartiacque tra l'era dei Cannavaro e dei Nesta e quella dei vari Romagnoli, Rugani, Caldara. Nel mezzo tante delusioni, ma anche tanta voglia di dimostrare che la scuola tattica italiana è ancora capace di plasmare grandi Ministri della Difesa. Probabilmente il solo Bonucci sarà destinato a vedere la luce dopo Russia 2018, per Chiellini e Barzagli la gloriosa corsa potrebbe fermarsi lì. Tutto dipenderà dal modulo adottato, ma anche la batteria di esterni difensivi non sembra essere mal fornita. Uno su tutti: Andrea Conti. Il terzino di Lecco è il classico difensore a tutta fascia, dotato di gamba ma anche di buone qualità tecniche che ne fanno un ottimo finalizzatore. Il futuro della Nazionale azzurra passerà dai suoi piedi, come da quelli di Spinazzola (adattabile come terzino), Barreca, Calabria, Darmian e De Sciglio.

Lì nel mezzo, come cantava Ligabue, può esserci la svolta decisiva. Finalmente Marco Verratti sembra essere pronto a raccogliere l'eredità di Andrea Pirlo. Il centrocampista del PSG sta compiendo gli ultimi passi del suo processo di consacrazione come fuoriclasse indiscusso. Il 'Folletto pescarese è in buona compagnia: Roberto Gagliardini, ma anche Lorenzo Pellegrini, Manuel Locatelli e Marco Benassi. La zona nevralgica del centrocampo azzurro appare davvero ben coperta,  e quando i navigati De Rossi e Marchisio (come Pirlo prima di loro) abbandoneranno la nave, non ci sarà il rischio di trovare terra bruciata dietro le loro spalle.

Marco Verrati si è preso la Nazionale sulle spalle | Photo: RadioGoal24
Marco Verrati si è preso la Nazionale sulle spalle | Photo: RadioGoal24

Adesso viene il bello. Nell'ipotetico 3-4-3, 4-2-4 o 4-3-3 che Ventura ha in testa giocano un ruolo fondamentale gli esterni d'attacco e i trequartisti (o presunti tali) adattabili sull'esterno. Lorenzo Insigne capeggia questa schiera di talenti purissimi, ai quali si aggregano il fenomenale Bernardeschi e Domenico Berardi, che attende la definitiva consacrazione dopo il misterioso infortunio che ne ha segnato la prima parte di stagione. I tre numeri 10 atipici appena citati sono in buona compagnia: insieme a loro troviamo i vari Verdi, Politano, Di Francesco, Chiesa e Ricci. Molti di questi militano ancora nell'Under-21, ma la loro qualità risulta davvero fuori dal comune. Il fulcro vitale della nuova selezione azzurra sarà, tuttavia, all'interno dell'area avversaria. Già proprio lì, dove una volta stazionavano grandi rapaci come Filippo Inzaghi, Luca Toni, Christian Vieri e Alberto Gilardino, e dove adesso si alza alta la cresta del Gallo Belotti, vera e propria rivelazione di questo campionato. Il numero 9 granata si sta aprendo, a suon di gol la porta dei grandi palcoscenici e la Nazionale del futuro non vede l'ora di aggrapparsi alle sue spalle. Accanto al Gallo, impossibile non menzionare Ciro Immobile, tornato ai fasti di un tempo dopo le cattive parentesi in Spagna e Germania.

Non abbiamo citato, per motivi d'esperienza, altri giovani interessanti come Orsolini, Cassata, Di Marco, Favilli e Cerri. Data la loro giovane età è probabile che saranno presi in considerazione dopo il Mondiale del 2018, sempre se i loro rendimenti confermeranno le attese.

Insomma, il terreno sembra davvero fertile, il nostro CT ha in mano l'innaffiatoio e qualche seme. La strada è quella giusta e va battuta, senza perdere mai di vista il punto di partenza e quello d'arrivo. Solo così il tricolore tornerà a campeggiare sulle nostre teste e i nostri ragazzi avranno davvero un futuro a forti tinte azzurre.