Il presente è roseo – 10 trofei negli ultimi 5 anni ed altri tre ancora possibili in questa stagione – ma la Juventus sta già pensando al domani, affinché continui ad esserlo. Sulla Gazzetta dello Sport di oggi, il giornalista Filippo Conticello dedica un approfondimento sugli under 23 di proprietà del club bianconero, che potrebbero essere l’undici titolare del prossimo futuro.

Partendo dal portiere, il dopo Buffon attualmente si chiama Emil Audero, promosso in prima squadra stabilmente, dietro al capitano e a Neto. Italo-indonesiano classe ‘97, entra nel settore giovanile della Juventus nel 2008 e diventa nel 2012 il portiere della Primavera; fa anche tutta la trafila delle nazionali giovanili, fino alla fresca convocazione in Under 21 di Gigi Di Biagio. Da non dimenticare l’attuale portiere della Primavera, Del Favero, che sta dimostrando di avere buone doti. Buffon giocherà almeno fino al 2018 ed in attesa di possibili sviluppi sul mercato – vedi Donnarumma o Meret – sul fronte portiere la Juventus è ben coperta.

Emil Audero a Vinovo | Photo: tuttosport.com

La linea difensiva a quattro è formata da Lirola, Rugani, Caldara e Mattiello. Lo spagnolo, classe ‘97, prelevato dall’Espanyol nel 2015, è attualmente in prestito al Sassuolo – 16 presenze fra Serie A ed Europa League - dopo aver trascorso un’ottima stagione nella seconda squadra bianconera; l’accordo con i neroverdi prevede un trasferimento biennale, ma il terzino potrebbe rientrare alla base nella prossima estate, visto anche che i due esterni destri in rosa, Lichtsteiner, classe ‘84, e Dani Alves, classe ‘83, non sono più giovanissimi. Sul lato sinistro, Alex Sandro è una certezza anche per il futuro – nato nel 1991 – ma l’alternativa si chiama Federico Mattiello: ambidestro, del ‘95, conta già due presenze in prima squadra ed è reduce dalla sfortunata parentesi al Chievo, periodo in cui ha riportato la frattura di tibia e perone in due occasioni, frenando improvvisamente la sua esplosione. Tornato a Vinovo, sta recuperando la forma in Primavera ed è anche stato convocato da Allegri in alcune circostanze.

Mattiello ha debuttato in Serie A in Juventus-Parma 7-0 | Photo: eurosport.com

La coppia centrale è composta da due nati nel ‘94: Daniele Rugani, già in rosa dal 2015 ed autore di buonissime prove tra i grandi, e Mattia Caldara, acquistato per oltre 20 milioni dall’Atalanta e lasciato in prestito a Bergamo fino al 2018, anche se non è da escludere un rientro anticipato, viste le prestazioni del ragazzo in maglia nerazzurra.

Per il reparto di centrocampo, il trio è composto da Mandragora, classe ‘97, anche lui molto sfortunato dal punto di vista fisico, ma ormai recuperato e pronto a dare il suo contributo in prima squadra sia in mediana che eventualmente in difesa, come provato più volte nella sua esperienza a Pescara in Serie B l’anno scorso, Bentancur, uruguaiano coetaneo del napoletano, che arriverà in estate dal Boca Juniors e Fabrizio Caligara, classe 2000 che sta sorprendendo tutti nella squadra di Fabio Grosso e per cui Allegri stravede. Da segnalare anche Francesco Cassata, altro classe ‘97 che sta disputando una buona stagione in Serie B con la maglia dell’Ascoli – 29 presenze, di cui 28 da titolare, ed 1 goal, oltre che a Gabriele Bove, compagno di Caligara.

Fabrizio Caligara in azione | Photo: sprintesport.it

Il tridente offensivo invece è affidato a Moise Kean, su cui si è già scritto e parlato a lungo – primo giocatore nato negli anni 2000 a debuttare in Serie A ed in Champions League – ed autore di 11 goal in 16 presenze tra campionato Primavera e Youth League; Marko Pjaca, acquistato dalla Dinamo Zagabria in estate per 23 milioni ma non ancora esploso definitivamente, ed infine da Riccardo Orsolini, acquistato a gennaio dall’Ascoli e lasciato nelle Marche a concludere la stagione in Serie B dove finora ha collezionato 32 presenze e 7 goal.

Senza contare l’infinita lista di giocatori di proprietà della Juventus in prestito in giro per l’Europa o calciatori controllati dai bianconeri - per esempio Leali, Romagna e Cerri, solo per citarne tre - a Torino il futuro sulla carta sorride. Per la conferma, però, bisognerà aspettare la risposta del campo.