Nelle ultime uscite stagionali della Juventus sta venendo fuori un giovane di talento che potrebbe rappresentare il futuro della società, Marko Pjaca. Il croato, classe 1995, è stato acquistato dalla dirigenza bianconera la scorsa estate prelevandolo dalla Dinamo Zagabria. Gli addetti ai lavori di mezza Europa hanno subito notato le doti del ragazzo durante le partite con la Nazionale a scacchiera durante gli ultimi europei, nella quale non ha sfigurato. Alla fine Marko si è accasato nella Torino bianconera per la sua prima esperienza nel calcio che conta.
Il tecnico Massimiliano Allegri lo ha inizialmente tenuto da parte, dandogli tutta la tranquillità per lavorare nel migliore dei modi, concedendogli solo qualche spezzone di partita. Il ragazzo ha talento, ma nel suo reparto deve rivaleggiare con dei top player del calibro di Dybala, Mandzukic, Higuain e Cuadrado. Insomma, una strada tutta in salita. Ulteriori complicazioni arrivano con l'infortunio che lo tiene fuori dal campo per tre mesi. In quel momento la stagione di Pjaca poteva essere compromessa e l'opinione pubblica lo incominciava già ad etichettare come "bidone dell'anno".
Nonostante le male lingue, il giovane attaccante continua a lavorare sodo e preparare il ritorno sul rettangolo di gioco. Il recupero dall'infortunio avviene lo scorso gennaio. Dal ritorno Allegri comincia a riservare al giovane uno spazio sempre maggiore all'interno della rosa campione d'Italia e lo utilizza, in alcune gare, persino come titolare. Marko prende sempre più confidenza col campo e mostra maggiormente le proprie doti tecnico-tattiche. L'apice del suo momento è raggiunto nella notte del Dragao, quando il numero 20 sblocca la gara col Porto valida per gli ottavi di finale di Champions League.
E' cresciuta molto, sportivamente parlando, l'ala slava, mostrando ampi margini di miglioramento. Ovviamente bisogna crescere ancora al fine di ottenere quel salto di qualità, che potrebbe portarlo allo status di titolare ed essere un punto fermo della Juve che verrà. Fino a questo momento, Pjaca ha già dato prova delle sue ottime qualità: buon controllo della palla, fisicità e velocità. Solitamente l'ex Dinamo Zagabria viene impiegato come ala destra in alternativa a Juan Cuadrado. Analizzando le presenze racimolate finora, si può dire che il miglior contributo dato dal croato è in fase di possesso. Nei momenti in cui i giocatori bianconeri amministrano il gioco, Marko è abile nel mantenere il controllo della sfera e a creare anche delle occasioni da gol. Il mister dei campioni d'Italia, tuttavia, lo sta istruendo anche per reggere la fase difensiva e ad essere presente anche quando la squadra è costretta a rincorrere. Anche in fase di non possesso il contributo dell'attaccante sta crescendo di intensità, con la capacità nell'andare incontro agli avversari per rubare palla e ripartire.
Tuttavia, il giovane e talentuoso calciatore presenta ancora dei limiti dovuti soprattutto alla giovane età e all'inesperienza agonistica. Nelle poche partite in cui è sceso in campo dall'inizio ha dato prova del fatto di non poter ancora reggere tutti i 90': la cosa da migliorare sta nell'aspetto mentale e nella capacità di mantenere i nervi saldi fino al triplice fischio dell'arbitro. Inoltre, Pjaca non ha ancora sviluppato quella freddezza necessaria per essere decisivo in qualsiasi momento. In sostanza, Marko deve migliorare la capacità realizzativa, poiché è bravo a deliziare il pubblico con grandi giocate, ma non è ancora capace di segnare tanti gol ed essere incisivo al pari dei compagni di reparto.
Un esempio lo si può notare nell'incontro di campionato contro il Milan, nel quale il numero 20 juventino ha giocato titolare per la terza volta in stagione. Il ventunenne ha giocato benissimo la prima parte di gara, cercando sempre lo scambio con i compagni e controllando il possesso della sfera, poi è arrivato il calo nei minuti seguenti. Col passare del tempo, la lucidità è venuta a mancare e ha sbagliato anche le cose più semplici, come un semplice appoggio; a questo va anche aggiunta la troppo poca tranquillità in area di rigore, nella quale Marko ha sbagliato alcune occasioni clamorose. Sostanzialmente il talento classe '95 ha dimostrato, in quel frangente, una grande abnegazione e un ottimo potenziale, ma deve migliorare sotto alcuni punti di vista, come anche la giusta apposizione dei tempi di gioco e il giusto calibro tra scambio e velocità.