La Spal dilaga a Carpi, il Frosinone piega con un tris il Vicenza, ed il Verona si inceppa a Vercelli, conquistando in rimonta (ed in extremis, gol di Ganz nel recupero), un 1-1 dal sapore amaro, un punto che serve a poco in ottica promozione diretta in Serie A. Ci risiamo. Stessa storia, identico copione delle ultime balorde settimane. Il figlio d'arte, Simone Andrea Ganz, il quale sostituisce Pazzini al centro dell'attacco poichè infortunato, evita agli scaligeri una sconfitta che sembrava già scritta, in un pomeriggio dove va in scena uno degli Hellas più deludenti, mediocri dell'intera stagione. Un lontano parente di quel Verona frizzante, vivace, in grado di prendersi la vetta solitaria del campionato cadetto, non mollandola per l'intero girone d'andata. 

Una domenica derisoria quella vissuta dai gialloblù. Una squadra molle, lenta, confusa, imprecisa. Insomma, un collettivo incocludente. Gli uomini di Fabio Pecchia giocano un brutto primo tempo, pallido, addirittura peggiore del cielo che sovrasta lo Stadio "Silvio Piola" di Vercelli, la casa della gloriosa Pro. Vengono trafitti dall'eurogol di Rolando Bianchi, rinato nel vercellese, nella "città del riso", e non abbozzano alcuna reazione. Manovra lenta, spuntata, il centrocampo mai in grado di dettare i ritmi giusti al gioco ed un attacco atavico, ben chiuso nella morsa della difesa dei "bianchi". L'Hellas si rifugia spesso nei lanci lunghi, denotando falle nella capacità di costruzione del gioco, ma rimbalza, sbatte sempre sul muro eretto dal team allenato da Longo.

Nel grigiore più assoluto, atmosferico e non, l'Hellas Verona sembra avviarsi alla sconfitta, ma un lampo di Ganz regala l'1-1 ai suoi, girando di testa un cross proveniente dalla destra, riuscendo a penetrare nella roccaforte piemontese e timbrare il cartellino. L'Hellas si salva per il rotto della cuffia, al 93' minuto, ma non merita alcun complimento, perchè la sfida di Vercelli lascia in eredità una squadra mediocre, svuotata, che non ha nulla a che vedere con la promozione in serie A. Occorre cambiare passo, innescare nuovamente le marce alte, e riprendere la corsa. La vittoria, è lei l'unica medicina per rinsanire, è lei il mezzo, l'unico, per ritornare a sperare in qualcosa di bello, in quel qualcosa dove la città di Verona merita di essere, la Serie A.