Nessuno, neanche il più grosso intenditore di Serie B, avrebbe scommesso un euro sulle possibilità, della neoprossa SPAL, di lottare per la promozione in Serie A ed essere in vetta, da sola, in classifica dopo 30 giornate. L'assoluta rivelazione del torneo cadetto, che da sempre ci ha abituato a farci vivere splendide sorprese (Novara, Carpi, Frosinone, Crotone) solo per citarne qualcuna, è capolista con 55 punti, due in più rispetto alle immediate inseguitrici, rappresentata dalla coppia Hellas Verona e Frosinone. La squadra ferrarese è costituita da un grande gruppo, di uomini, prima che di calciatori. Poche chiacchiere, e tanto lavoro. Un lavoro distribuito equamente per tutto l'arco della settimana, anche fuori dal campo e non solo agli allenamenti ed in partita.
Un giusto mix tra "vecchi" e "giovani", amalgamato alla perfezione dalla società in estate, ed oleato nei minimi dettagli col il trascorrere delle settimane. Un gruppo unito, come detto, sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco. Le serate trascorse al cinema, quelle trascorse a turno a casa del compagno a cena, le infinite sfide a calcio tennis in palestra prima delle sessioni d'allenamento, hanno generato un affiatamento del gruppo fuori dal comune, un'unità d'intenti che sta pagando i giusti dividendi, il sabato, in campo.
Partiti con l'obiettivo di mantenere la categoria, magari ottendendo una salvezza tranquilla, la SPAL si è riscoperta squadra di rango ben maggiore, soprattutto all'interno del proprio fortino, lo stadio "Paolo Mazza", in cui i ferarresi continuano ad esprimersi su grandissimi livelli: in 15 partite casalinghe, la compagine biancoazzurra ne ha vinte 10, pareggiandone quattro e perdendo solo una volta, contro l'armata Hellas Verona, costruita per stracciare il campionato (non riuscendoci).
I risultati positivi hanno comportato nella cittadina emiliana un sempre maggiore entusiasmo intorno alla squadra biancoazzurra al cui timone c'è il presidente Walter Mattioli (primo tifoso spallino), seguita in media, nelle ultime uscite casalinghe, da quasi 8 mila spettatori. Un entusiasmo avvertito dai singoli componenti della squadra, e dunque anche dai più esperti, quali Del Grosso, Arini, Schiattarella e Floccari, i quali si sono fin da subito calati nella realtà ferrarese, cittadina che vive di calcio, esalta le gesta dei propri beniamini, senza però risultare invadente, permettendo ai calciatori di trascorrere le loro giornate in assoluta tranquillità.
Uno degli artefici del "miracolo SPAL" è senza ombra di dubbio l'allenatore Leonardo Semplici . Un uomo di poche parole, riservato, che però sa trasmettere ai giocatori la grinta necessaria per scendere in campo motivati al punto giusto. Un perfezionista, in grado di riconoscere il momento giusto in ogni cosa, un risolutore. Ha dipinto un abito pressocchè perfetto per la sua creatura, quel 3-5-2 vero cavallo di battaglia del tecnico di Firenze sin dai tempi in cui allenava sui campi impolverati dell'Eccellenza. Il modulo con cui la neoprossa ha affrontato questi primi tre quarti di stagione, mietendo tante, tantissime vittime, molte anche illustri.
A questo punto della stagione, la SPAL vuol dare una "forma materiale" al suo sogno. La sorpresa del campionato, divenuta ormai piacevole realtà, ha intrigato un pò tutti, rendendoci curiosi, ed in fondo anche un pò emozionati, alla sola idea di vedere il "Cerbiatto" in Serie A.