Sbagliando si impara, recita un celebre detto. Massimiliano Allegri sembra averlo preso piuttosto seriamente, avendolo messo subito in atto dopo il pesantissimo 2-1 del Franchi subito dalla Juventus lo scorso 15 Gennaio. I bianconeri erano stati nettamente surclassati, sul piano del gioco e dell'intensità, dagli uomini di Sousa, i quali avevano portato a casa una vittoria più che meritata. Da quel giorno il tecnico della Juventus si è fatto coraggio, capendo che era arrivato il momento di cambiare, scrollandosi di dosso l'ultimo ricamo cucitogli dal suo predecessore, Antonio Conte, ovvero l'intoccabile 3-5-2. Sembra passata un'eternità calcistica. Oggi i bianconeri volano con il nuovo 4-2-3-1, che sembra aver portato una ventata di aria fresca in casa Juve. Dallo switch, infatti, a Torino si conosce solo la vittoria.

Max ha capito che una rosa rivoluzionata molteplici volte negli ultimi due anni non può continuare a giocare con un modulo che non le appartiene più. Così, come un vero sarto toscano, Allegri ha ricamato un abito su misura intorno alla sua squadra, adottando un modulo che risalta al meglio le qualità dei suoi singoli: quel 4-2-3-1 che ad oggi ha portato la Juventus a vincere 10 delle ultime 10 gare. Un modulo che ha riscoperto il bel calcio bianconero, che nella prima parte di campionato era un po' mancato - tanto da veder la Juventus definita come vincente ma brutta. Il tecnico toscano, nonostante qualche infortunio, è riuscito a recuperare quella solidità difensiva che prima aveva perso, e grazie proprio al 4-2-3-1 ha ritovato anche la costanza realizzativa di Gonzalo Higuain: con questo modulo l'argentino vede l'intera manovra offensiva concentrata su di lui. Lo score racconta di 22 reti realizzate dai bianconeri, a fronte di solo tre subite.

Questo 4-2-3-1 valorizza i bianconeri in ogni reparto: la difesa a 4 offre solidità, ma allo stesso tempo in fase offensiva permette ai due terzini di muoversi per tutta la fascia, con la possibilità di cross nel mezzo o di un'incursione centrale, sfruttando anche il buon fraseggio e non rimanendo sempre vittime di raddoppi, come poteva accadere col 3-5-2. In mediana Pjanic e Kedira sembrano aver ormai trovato il giusto equilibrio, con Dybala che fa da collante tra centrocampo e attacco, e due esterni instancabili come Cuadrado e Mandzukic che danno fisicità e imprevedibilità alla manovra. Il tutto si conclude nei piedi di un implacabile Higuain.

Per tutto questo va dato merito ad Allegri, che ha saputo capire in tempo le difficoltà che la squadra aveva con il vecchio modulo, e a sua volta è riuscito a rivoluzionarsi nel migliore dei modi. I bianconeri ad oggi sono primi in classifica a quota 66 punti - risultato che solo la Juve del 2013-14 è riuscita a superare dopo 26 giornate, toccando quota 69. Quella stessa squadra che a fine campionato arrivò in tripla cifra (102). Significativo, e forse, di buon auspicio.