Bestiale, o meglio ancora, formidabile. Insomma, da non crederci. Josè Sosa strappa applausi al pubblico di San Siro, da sempre esigente e contraddistinto dal palato fine, abituato ad osservare (e talvolta anche criticare) calciatori del calibro di Rui Costa, Andrea Pirlo, Clarence Seedorf e Kakà, solo per citarne qualcuno. Il centrocampista argentino, dopo un iniziale periodo di ambientamento, ritorna ad essere "Principito", prendendosi il Milan e non mollandolo più. L'ex Besiktas è ritornato a disegnare calcio sul rettangolo verde, ottenendo consensi anche alla "Scala del calcio".
Contro la Fiorentina, il suo calcio di punizione telecomandato, pennellato dolcemente nel cuore dell'area di rigore della "Viola", ha trovato la deviazione vincente di Kucka permettendo al Milan di sbloccare un'insidiosa partita, vero e proprio spareggio per accedere all'Europa. E' il secondo assist consecutivo di Sosa, già decisivo nell'azione che portò al gol di Suso sul finire della contesa dell'Olimpico, in cui i rossoneri pareggiarono in extremis contro la Lazio proprio grazie ad un gol dello spagnolo, ottimamente rifornito da Sosa.
Si è intravisto il "Principito" ammirato in Argentina, nell'epoca della sua militanza all'Estudiantes, in cui ammaliava tifosi e non, con le sue giocate sopraffine, di alta classe. Prestazioni che convinsero il Bayern Monaco a portarlo in Europa, ed a scommettere su di lui, acquistandolo per una cifra intorno agli 8 milioni di euro. Fu proprio in Germania che ebbe inizio la sua metamorfosi calcistica, dove da puro trequartista, divenne mezzala, senza però trovare grosso spazio. Sbarcò in Italia, al Napoli di De Laurentis, ma all'ombra del Vesuvio non lasciò ricordi indelebili, anzi non scattò in nessun modo il feeling tra lui e la tifoseria partenopea, la quale lo additò come calciatore senza attributi.
Chiusa l'esperienza al Napoli, il nativo di Carcarañá ha girovagato in lungo ed in largo il Vecchio Continente. Esperienze in Ucraina, al Metalist Charkiv, a Madrid (sponda colchonera) per poi giungere ad Istanbul e vestire la casacca delle "Aquile Nere" del Besiktas. Proprio con il bianconero cucito addosso, Josè Sosa ha rilanciato la propria carriera: in 2 anni di militanza ottiene complessivamente 78 presenze con 14 gol all'attivo (di cui 12 in campionato), vincendo la Super Liga turca (2015/2016) ed il titolo di miglior calciatore del campionato.
In estate, il nuovo salto in Serie A, un'esperienza italiana 2.0 al Milan di Vincenzo Montella, il quale fin dai primi giorni di ritiro precampionato gli ha cucito addosso un nuovo abito: quello del regista. Ha impiegato un pò di tempo per ambientarsi nella nuova realtà rossonera, e dopo aver catalizzato su di sè i primi fischi e mugugni di una parte della tifoseria milanista, da sempre molto esigente, non ha mai mollato, ha sempre dato tutto in campo mixando tecnica ed aggressività ad una buona dose di qualità tecnica. Ne è derivato un concentrato ad alta esplosività, pienamente apprezzato dalla platea del Meazza che nel corso di Milan-Fiorentina ha attribuito al Principito solo applausi, scroscianti, ad ogni suo tocco di palla. Pensa, credi, sogna ed osa: il "Principito" ha smesso i panni da comparsa, ritornando a recitare sul prato verde da assoluto protagonista.