La Juventus ha tagliato il suo cordone ombelicale, quello che la legava al 3-5-2 di Antonio Conte. Al terzo anno in bianconero di Massimiliano Allegri è arrivata la rivoluzione tattica che i tifosi della Signora stavano aspettando, quella del passaggio ad una difesa a quattro ben organizzata, completa. La BBC sembra ormai essere andata in pensione e a pagarne le conseguenze sembra essere Andrea Barzagli, 36 anni, che negli ultimi tre incontri disputati è subentrato contro la Lazio ed è stato impiegato come terzino destro contro il Milan, lasciando amministrare la zona centrale della difesa alla coppia Bonucci-Chiellini i quali contano qualche anno in meno rispetto al fiesolano, anche se gli avvicendamenti - ricordando che Rugani e Benatia sono più che pronti e all'altezza della situazione - saranno all'ordine del giorno.
Come quattro anni fa, il giro di boa della formazione torinese è la nemica Firenze. Il 20 ottobre 2013, infatti, la corazzata di Antonio Conte dovette arrendersi ad una Fiorentina che nel secondo tempo riuscì a ribaltare l'1-2 del primo tempo, vincendo la partita 4-2. Da lì la Juventus, strigliata dal sergente Conte, ottenne una striscia di ventidue risultati utili consecutivi. Quest'anno non solo Firenze ha portato una rapida risposta sul campo, ma anche una rivoluzione tattica quasi inaspettata: il passaggio al 4-2-3-1 che ha fruttato tre vittorie su tre, sei gol segnati e uno solo subito.
Questo nuovo modulo sembra essere quello più adatto alla formazione campione d'Italia. Gli interpreti occupano in modo egregio tutte le posizioni e ogni uomo dispone di numerose possibilità di passaggio, proprio grazie al giusto sfruttamento degli spazi. Aspettando il rientro di Dani Alves, in fase difensiva l'ormai collaudata retroguardia bianconera non mostra segni di cedimento, anche grazie all'impiego di una linea di centrocampo a far da schermo, con gli esterni del tre dietro Higuain che si abbassano sulla linea dei due centrocampisti. A centrocampo la Juventus dispone di molte opzioni: la coppia Pjanic-Khedira sembra funzionare alla grande e mister Allegri dispone sia di un rientrante Marchisio, che gli permetterà di girare i titolari senza abbassare la qualità del centrocampo, sia di interpreti come Sturaro o il neo-acquisto Rincon, che potrebbero essere impiegati nel secondo tempo quando c'è bisogno di mettere in cassaforte il risultato, abbassando la qualità del gioco per prediligere la quantità e rinforzare il filtro davanti la difesa.
L'attacco bianconero è il punto di forza di questo 4-2-3-1. Mandzukic è al top della forma: corre, imposta, ripiega in difesa, da l'esempio ai compagni e li sprona a fare come lui; Dybala è un talento puro, discutere di lui sarebbe superfluo: serve assist, segna e ha la capacità innata di divertire e divertirsi. Cuadrado, così come Mandzukic, ripiega spesso in difesa. Il peso specifico del colombiano non gli permette di compiere e vincere molti scontri fisici come il croato, ma quando riparte sulla fascia risulta essere imprendibile e imprevedibile. Higuain è sempre più devastante: con il nuovo modulo anche lui si sacrifica per la squadra, vedi il ripiego in difesa su Zapata contro il Milan in Coppa Italia; è il primo a portare avanti il pressing sulla difesa avversaria e balla fra i due centrali quando la squadra avversaria gestisce il pallone, mentre i suoi compagni, dietro di lui, scalano le marcature. Le opzioni offensive? Il talento Marko Pjaca e il giovanissimo Kean.
Firenze suona come una sveglia per la Torino bianconera, "dilly-ding dilly-dong" direbbe Claudio Ranieri. Il cammino è lungo sia in campionato che in Champions League, ma adesso la Juventus sembra aver trovato la propria identità con questa improvvisa metamorfosi.