Se alla fine della scorsa stagione, quando capì che avrebbe dovuto far ritorno al Chelsea, pianse realmente dentro lo spogliatoio non lo sapremo mai. Quel che sappiamo, invece, è che Juan Cuadrado è tornato alla Juventus e dopo un inizio di stagione abbastanza complicato, dove ha faticato molto nel trovare spazio, adesso sembra aver sposato alla perfezione il nuovo modulo di gioco, il 4-2-3-1, schierato nelle ultime due gare che hanno visto i bianconeri trionfare.

"Mi fa essere più offensivo, anche se il vero segreto di questo modulo è il saper essere squadra, affamati. Penso sia la voglia di essere squadra, di dare qualcosa ognuno per il compagno, di cercare di scendere in campo con quella rabbia ed essere una squadra. E se facciamo così, ecco che diventa una nostra forza", afferma lui alla Gazzetta dello Sport. Più offensivo, certo, ma con un occhio di riguardo alla fase difensiva che mister Allegri cura in maniera maniacale. Juan Cuadrado, ala pura, non fatica nel ripiego difensivo anche grazie ai suoi trascorsi come esterno destro nel 3-5-2, in cui gli veniva chiesta una grande corsa e un grande spirito di sacrificio. Quel sacrificio che, a parer suo, potrebbe diventare il punto di forza di questa Juventus.

E che dire del colpo di tacco di controbalzo contro il Milan lo scorso 25 gennaio? Cross di Asamoah dalla sinistra, Cuadrado lascia toccare il pallone per terra e, mentre sta per rialzarsi in volo, lo accarezza con estrema leggerezza di tacco, illude Antonelli servendo Dybala che sferra un destro secco e insacca alle spalle di Donnarumma. Fiducia nei propri mezzi. Un'invenzione, un lampo di genio o forse una follia che lui commenta così: "E’ venuto così, il mister dice sempre che quando sono vicino all’area devo attaccare. Ho visto Dybala che era dietro, ho cercato il colpo di tacco, per fortuna è andata bene. Se quel colpo lo provo alla playstation? Sì ma solo lì".

Un assist da sogno il suo, così come un sogno è la vittoria della Champions che col nuovo modulo sembra più vicina. "L'obiettivo è arrivare in finale ma, al di là del modulo, l'importante è la cattiveria così come la determinazione. Ci sta che un squadra cali nel secondo tempo, l'importante è dare il massimo. Ma miglioreremo anche in questo". Si dice che quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba, ma il colombiano non vuole creare nessun alibi, è cosciente dei limiti della squadra e sa che, insieme ai suoi compagni, dovrà lavorare duramente per limare quei difetti che la Juventus possiede.

Domenica la detentrice del titolo italiano affronterà il Sassuolo, la squadra del giro di boa bianconero nella scorsa stagione, e chissà se, con il rientrante Marchisio, Allegri non voglia riproporre Cuadrado nel 4-2-3-1. L'alternativa sembra essere un 4-3-1-2, tenendo il colombiano in panchina, pronto a subentrare a gara in corso e a spezzare l'andamento della partita, magari a ritmo di ras tas tas, il suo ballo preferito.