Lunedì sera, in un evento riservato a pochi eletti e al limite del top secret, Andrea Agnelli ha svelato al mondo il nuovo logo della Juventus, un simbolo che a ben vedere è stato costruito nel recente passato e che punta dritto al futuro. Come ogni novità che si rispetti, ha fatto e sta facendo discutere molto sia gli appassionati, sia gli estranei al mondo del calcio. Da molti è ritenuto l'ennesimo colpo di genio avuto dalla dirigenza bianconera in questi anni, da altri un clamoroso autogol e un totale abbandono delle tradizioni per sposare il marketing più estremo.

J-World

Il nuovo logo bianconero nasce dal passato recente e dalle scelte effettuate nel nominare le nuove costruzioni. Si è iniziato con il J-Center, per passare dal J-Museum e dal J-Medical, per arrivare al J-Stadium ed infine al J-World, quello che sorgerà tutto intorno all'area dello stadio bianconero. E' una strategia ben chiara e ben progettata che puntava direttamente a questa evoluzione del logo, anche se, c'è da dirlo, nessuno di noi lo aveva capito. Ciò che però vuole fare Andrea Agnelli è qualcosa di diverso rispetto alla totalità dei top club europei, prendendo spunto da un'icona di un altro sport: la Bianchi. Lo storico marchio di biciclette viene riconosciuto in tutto il mondo per due particolari distintivi: il colore con cui marchia le sue bici, il celebre celeste, ed il marchio dell'aquila reale. La casa trevigliese però ha deciso di smarcarsi dal mondo delle biciclette decidendo di provare anche altri nuovi metodi per farsi conoscere, ovvero i Bianchi Cafè. Stando ad una foto presente sul sito bianconero, anche la Juventus aprirà i J-Cafè in giro per il mondo, decidendo così di volersi far conoscere anche da chi non è amante del gioco del pallone.

Il futuro J-Cafè | Photo: Juventus.com
Il futuro J-Cafè | Photo: Juventus.com

Rottura col passato?

Coloro a cui il nuovo logo della Juventus non è proprio andato giù, sostengono che sia una sorta di negazione del passato, un abbandono della tradizione dettato dalla volontà del dio danaro. E' indubbio che nel corso dei 119 anni di storia che può vantare la società di Corso Galileo Ferraris, il logo sia cambiato, più o meno costantemente, ogni quindici anni. E' altrettanto vero però che non è mai cambiato così drasticamente.

Lo stacco dai loghi antecedenti è netto, si è passati da un simbolo che legava la squadra alla città di appartenenza ad uno che vuole legare la squadra al mondo intero. E' principalmente questo che i tifosi additano come colpa alla società bianconera, un voler rompere la tradizione che, però, se si guarda al passato remoto ed al passato prossimo, non è poi così vero.

O esaltazione del passato?

"Mi emoziono perfino quando leggo in qualche titolo di giornale la lettera J. Penso subito alla Juventus", questo diceva l'Avvocato Agnelli, colui che ha creato lo stile Juventus e ha fatto le maggiori fortune di questa società. Quella frase è impressa anche su un muro del J-Museum, e il contenuto di quel periodo è, probabilmente, ciò che ha ispirato Andrea Agnelli, il nipote dell'Avvocato, nello studiare ed approvare il nuovo logo che rappresenterà la società di famiglia nel mondo. La J rappresenta la Juventus e la squadra bianconera è l'unica che può permettersi di ridurre tutto ad una sola lettere dell'alfabeto grazie all'unicità del proprio nome. Il fatto di racchiudere qualcosa in una sola lettera, tutto quello che è stato e tutto quello che sarà, è eccezionale e di una forza strepitosa, soprattutto per chi aspira a conquistare una buona fetta del mercato mondiale. Il passato italiano viene esaltato e sottolineato dalla presenza del profilo dello scudetto tricolore nella parte interna del logo, ma allo stesso tempo limitato dalla J esterna che punta evidentemente a qualcosa di più.

Il nuovo logo della Juventus impresso su una sciarpa | Photo: Juventus.com
Il nuovo logo della Juventus impresso su una sciarpa | Photo: Juventus.com

Obiettivo Oriente

Con un logo così stilizzato e molto simile ad un ideogramma, il mercato identificato come obiettivo principe di questa nuova strategia è decisamente chiaro: il continente asiatico. Si sa, l'Asia è un mercato nuovo ed in espansione per quanto riguarda il mondo del calcio e riuscirsi ad accaparrarsi le simpatie di una buona parte di cinesi e giapponesi è il primo passo per far accrescere gli introiti derivanti dal marketing che, ricordiamolo, da quest'anno è direttamente gestito da Madama e non dallo sponsor tecnico. Lo stile della J ricorda anche uno dei più famosi loghi di industria videoludica, quello della Atari, che, seppur di origine statunitense, proprio nel paese del Sol Levante ha riscosso molto successo.