Paulo Sousa - Massimiliano Allegri 1-0. In attesa della gara di ritorno allo Juventus Stadium il tecnico portoghese vince la sfida tattica del big match della diciannovesima giornata della Serie A.
La Fiorentina parte con Sanchez schierato nel reparto difensivo come contro il Chievo Verona in Coppa Italia. Questa la principale novità. Il recuperato Borja Valero fa compagnia a Bernardeschi dietro a Kalinic mentre Vecino e Badelj occupano la zona mediana del campo. Dall'altra parte stupisce la scelta di Allegri di tornare al 3-5-2 schierando la difesa della Nazionale e facendo a meno del fosforo di Pjanic in mezzo al campo (sembra che non fosse al 100% dal punto di vista fisico). Così facendo i bianconeri faticano ad impostare e a far uscire il pallone in modo pulito dalla difesa anche perchè Bernardeschi marca a uomo Marchisio e Kalinic pressa anche i tifosi nel parterre di Curva Fiesole rendendo passivo l'atteggiamento del reparto arretrato bianconero, Buffon compreso. L'unica soluzione è quindi quella di giocare sulle fasce dove, rispettivamente, Maxi Olivera e Chiesa (aiutato da Sanchez) vincono nettamente i duelli con Alex Sandro e Cuadrado.
Ma veniamo alle azioni che hanno deciso la partita. In occasione della rete del vantaggio viola la Juventus prova a giocare più alta per uscire dal pressing della Fiorentina ma non ha successo. Infatti Sanchez imbecca Kalinic che, in mezzo a due, fa salire la squadra e riesce a servire Bernardeschi. Il dieci viola mette il NOS e serve una palla in profondità per il nove croato. Diagonale e viola in vantaggio. Nell'occasione Buffon appare incerto così come appare estremamente stupido l'errore di concetto di Alex Sandro che invece di rincorrere il giocatore viola perde tempo (e metri) a protestare per un presunto fallo a gamba tesa (che ci poteva stare). Roba che nemmeno nelle "peggiori scuole calcio di Caracas".
Nel secondo tempo Allegri passa ad uno strano 4-4-2, con Barzagli terzino destro, Cuadrado avanzato a destra e Sturaro esterno sinistro ma le cose non cambiano in quanto Higuain è troppo solo contro i tre centrali viola e Dybala non appare in serata. Dall'altra parte, invece, Kalinic continua a pressare qualsiasi cosa si muova e costringe la difesa bianconera a rifugiarsi spesso in fallo laterale. Dagli sviluppo di uno di questi, Khedira ritarda l'intervento su Badelj che di prima inventa un gran lancio per Chiesa, che nel frattempo stringe Alex Sandro fino a centro area. "L'ha toccata o no?" è questo il dilemma. Ma son dettagli, perchè i viola sono avanti 2-0.
I bianconeri, però, rimettono in piedi la partita quasi subito, grazie ad Higuain. L'argentino realizza un gol da opportunista puro, sfruttando la confusione creata in area dalla presenza di Sturaro.
Il gol, della Juventus, tuttavia dà alla Fiorentina un motivo in più per continuare a pressare e a difendersi attaccando. Ma mai abbassare la guardia poichè alle grandi, alle volte, basta una giocata per rimettere a posto le cose. Per assurdo, infatti, in una partita "controllata", i viola non si sono fatti mancare il rischio di subire la rete del pareggio.
L'ingresso di Pjaca, piazzatosi sulla sinistra, e di Mandzukic, permettono a Dybala di essere più libero sulla trequarti. La Juventus quindi abbandona l'intenzione di costruire da dietro. Pjaca lancia verso il connazionale che allunga la squadra avversaria permettendo alla Joya di inserirsi nello spazio e tentare la conclusione che però finisce in curva assieme alle speranze bianconere di pareggiare la contesa.
Gioia e giubilo in casa viola con i carri di Paulo Sousa e Chiesa pieni di coloro che ad agosto volevano la testa del portoghese (e forse la vorrebbero ancora) e che di Chiesa conoscevano si e no quella del Duomo e di Santo Spirito. Ma del resto non c'è da stupirsi. Anche il dieci viola osannato da mezza Italia, qualche mese fa era considerato una specie di corpo estraneo. "Sarà la nuova fidanzata", "Sarà che si è montato", "Sarà che vuole andare via". Chiacchiere, solo chiacchiere che fortunatamente il vento gelido di questi giorni sta portando via. Perchè la realtà che ognuno dovrebbe rispettare e ricordare, a parere mio, è soltanto una e rappresenta il motivo per cui, nonostante tutto, si continua e si continuerà sempre a tifare: "Perchè? Sarà perchè ti amo".