La Roma è pronta per la trasferta di Udine, primo turno del girone di ritorno di Serie A. In conferenza Spalletti ha preparato il terreno del match, rispondendo alle domande dei giornalisti, dall'analisi tattica, al rapporto con l'ex squadra, l'Udinese, fino alle voci di mercato, la sessione invernale che vede la Roma alla finestra senza movimenti.
Non belli gli aggiornamenti su Perotti, che “ha un risentimento muscolare al soleo per cui non ci sarà". La Roma comunque arriva al giro di boa, saldamente al secondo posto, con bei propositi: "abbiamo sempre detto di aver fatto delle cose buone in funzione dello spettacolo. A volte abbassiamo il rendimento", avverte il Mister. "A volte dobbiamo metterci un po’ di legna. In quello che abbiamo fatto vedere in questo periodo noi andiamo a dare considerazione a quegli atteggiamenti lì. La squadra ha capito che in alcuni momenti bisogna dare sostanza", insiste Spalletti.
E i segnali ci sono, perché "a Genova abbiamo vinto meritatamente. Loro ci hanno messo in difficoltà ma noi ci siamo costruiti, oltre al gol fatto, delle azioni e delle trame offensive che potevano andare nello stesso senso. Siamo sulla strada giusta”, insomma.
Ora, rispetto alla trasferta di Genova, a Udine potrebbe essere più facile per i giallorossi, ma mai abbassare la guardia: "l’Udinese è forte e ha un allenatore esperto. A Udine è più facile per i calciatori esprimere la propria personalità, cosa che in ambienti come Roma, Inter e Napoli è più difficile".
Luciano Spalletti e l'Udinese, una storia d'amore che non è finita qui. Una grande squadra, quella nelle mani del toscano, che raggiunse i vertici del campionato. I ricordi del mister sono per Pinzi, ma non solo: “Pinzi è stato un professionista eccezionale. Io rivedo in quella squadra lì la mia Roma. Gli voglio fare i complimenti: l’ho messo da tutte le parti e in tutte le parti mi ha sempre dato il risultato. In quella squadra, come in questa, c’erano uomini veri come Muzzi, Giannichedda, Fiore, Sensini e Sottil. Ogni volta che andavamo in campo si andava oltre alle proprie possibilità per il risultato, come in questa squadra qui. Vedo molti calciatori che per il risultato della Roma danno quel qualcosa in più”.
Immancabili le domande sul mercato romanista, che è ancora fermo. Non è arrivato nemmeno Feghouli, per adesso. E Spalletti non si sottrae alle domande: “Quello del mercato è un tema caldo e attuale. Da parte mia diventa facile perché ho già detto che per me poteva anche non esserci questo mercato perché la squadra l’ho scelta io ed è forte. Bisogna lasciare la squadra esprimersi. Qui le cose si fanno iniziando dalla fine del percorso. A Emerson non si può dire di diventare subito Candela. Emerson diventerà Candela, ve lo farò vedere tra un po’. Non chiedo nulla alla mia società. Ho sposato la causa quando mi hanno chiamato e sono venuto a piedi pari con tutto l’amore e l’affetto che ho per questi colori. Lavoriamo sugli elementi che abbiamo, conferma sornione il mister. Però, certo, le tante gare in fila a febbraio peseranno: "c’è un periodo che sarà duro ma con una squadra, come quella che ho, non credo che ci saranno problemi. Ci saranno calciatori che saranno costretti a giocare al di sotto del loro massimo. Questo diventa difficile ma nutro fiducia nella gestione personale dei nostri calciatori. Loro ragionano nella maniera giusta. Perderemo ma sarà dura per chiunque ci ritroveremo davanti”.
Non che non ci sia bisogno di nessun nuovo innesto, anche perché le altre, si pensi a Juve e Napoli, si rinforzano in vista della volata. Spalletti però vede il presunto immobilismo dei dirigenti in un altra chiave, almeno nelle dichiarazioni: "Se la società facesse le cose per ottenere qualche soldino da mettere sotto al materasso, io lì farei casino. Se so che la società è disponibile a mettere tutto quello che ha a disposizione e che cerca le soluzioni per sopperire alle difficoltà che avremo, io sto sempre al loro fianco. Voi la scorsa settimana mi avete chiesto se mi piaceva Rincon. Poi non si è riusciti a prenderlo perché ci sono club più forti o che hanno al momento più disponibilità. Poi c’è sempre la volontà del calciatori. Io ho iniziato a guardare Feghouli e Musonda per vedere se ci possono dare una mano e, su questo, dico di sì. Poi Massara lavorerà a tal proposito. Ma senza magie o conigli dal cilindro: Io mi baso su quelli che ho, sono lo zoccolo duro. Sono loro la nostra soluzione. Ora il mercato non mi interessa. Poi c’è l’aspetto dei tifosi, le attese e le pretese. Dal mio punto di vista voglio parlare in maniera trasparente e vera."
Gli altri, dunque, "hanno qualche calciatore in più di noi. Cosa che, se non siamo fantastici, può crearci qualche difficoltà."