C'era una volta la Fiorentina del "calcio champagne", quella che non ti annoiava mai, quella che ti faceva sempre divertire ogni qualvolta scendeva in campo. A Firenze sono da sempre abituati all'arte e al bel gioco, ma quest'anno la musica sembra più stonata rispetto agli anni precedenti.
Contro il Chievo è arrivata la vittoria che ha regalato l'accesso ai quarti di finale di Coppa Italia, ma i tifosi sono rimasti piuttosto delusi dalla prestazione. A decidere l'incontro è stato il solito e sempre più leader Federico Bernardeschi, bravo e freddo a bucare Sorrentino dagli undici metri nei minuti di recupero. Il talento classe '94 originario di Carrara non ha più bisogno di elogi o analisi tecniche: è pronto, sta imparando cosa significa caricarsi la squadra sulle spalle, una squadra che fino a questo momento ha lasciato piuttosto a desiderare sotto diversi aspetti, uno su tutti il gioco.
La squadra ha sofferto molto la solidità del Chievo. Il blocco difensivo formato da Tomovic, Sanchez, e De Maio ha avuto qualche difficoltà a contrastare gli attacchi avversari. C'è da evidenziare, però, l'ottima prova del colombiano al centro della difesa, sempre puntale e preciso negli interventi. Potrebbe rivelarsi una buona soluzione in caso di emergenza. Leggermente sottotono la prova di Chiesa, ben contenuto dagli esterni di Maran. Buona performance anche di Badelj, con il croato che ha garantito sostanza e qualità a un centrocampo orfano di Borja Valero. Applausi per Olivera sull'out di sinistra, perfetto nel proporsi con continuità e nel farsi trovare pronto nel momento del bisogno. L'attacco, a parte Bernardeschi, è il reparto che è sembrato più appannato: Zarate è apparso nervoso, tanto da essere espulso al 71' per un brutto fallo da dietro su Bastien. Poteva fare certamente di più anche Kalinic, ma probabilmente nella testa del croato c'è ben altro. Svogliato Ilicic: lo sloveno è entrato a dieci minuti dalla fine, e ha avuto qualche occasione per far male a Sorrentino. La squadra di Sousa ha avuto più occasioni e mantenuto di più il possesso di palla, ma ciò che ha colpito maggiormente è stata la poca fluidità del gioco nonostante la superiorità numerica.
La vittoria e la qualificazione non cancellano i problemi della Fiorentina. In questo momento buio ci sono, però, anche degli aspetti positivi che vanno evidenziati. L'andamento in campionato è altalenante, ma la squadra è riuscita comunque a vincere il girone di Europa League, a ottenere il ticket per i sedicesimi di finale, e a conquistarsi questo quarto contro il Napoli. C'è altro? Si, la valorizzazione di giovani come Chiesa e Bernardeschi, sempre più beniamini della tifoseria. L'obiettivo, adesso, sarà quello di risalire in campionato e di portare a casa più punti possibili per ottenere un posto in Europa.