Federico Bernardeschi sta forse vivendo la stagione della propria consacrazione. Lo dicono i numeri e le statistiche, le prestazioni e le attenzioni che per lui sono arrivate un po' da tutta Europa. Nelle scorse settimane di era parlato del Bayern Monaco di Carlo Ancelotti e come minimo ora la concorrenza è aumentata. Merito di partite come quella giocata contro il Napoli da Bernardeschi.
In campo, grazie al lavoro di Paulo Sousa, sta facendo vedere colpi importanti e sul campo Bernardeschi vuole rimanere concentrato, senza pensare al mercato, come spiega a Premium Sport: "Credo che un calciatore debba pensare al campo. Poi quello che verrà non è un problema mio. Devo lavorare per migliorare sempre di più e poi vedremo cosa succederà." Per qualcuno già ora è un leader: "Io ce la metto tutta ma non perché sia un obbligo. A me piace ma siamo una squadra e all’interno di un gruppo ci sono i leader, gli allenatori e tutto lo staff. Non è che si alza la mano e si decide di essere leader, è uno status che ti devi conquistare piano piano, lavorando duramente e facendo vedere ai compagni che sei sempre il primo a dare tutto."
Il talento viola ripercorre poi il 2016: "Penso sia stato un anno molto positivo per la Fiorentina. Abbiamo fatto vedere chi siamo, attraverso il nostro gioco, le nostre qualità e le nostre idee. Non è facile trasmettere questo alla gente, per questo credo sia stato positivo. Il punto più in alto è stato quando alla fine del girone d’andata dello scorso anno eravamo in testa alla classifica. Il punto più critico è stato quando provavamo a esprimere il nostro gioco ma non venivano i risultati. E poi subentrano una serie di cose all’interno della squadra che demoralizzano un po’ il gruppo." A livello personale, invece, il ricordo più bello del 2016 è uno solo: "Per me è stato l’anno dell’Europeo. E’ stata un’emozione fantastica far parte di un gruppo del genere e prendere parte a un Europeo a 22 anni."
Passaggio dedicato anche al rapporto con Paulo Sousa: "Con il mister ho un bellissimo rapporto, sia umano che da professionisti. Mi ha dato tanto fin da subito. Mi stupì molto quando tornai dall’europeo con l’under 21 in cui mi disse che credeva in me nonostante l’infortunio. Ha subito avuto un impatto forte su di me e da quel momento è andato tutto liscio e sono molto contento." Infine ecco il sogno di arrivare in Champions con la Fiorentina: "Noi dobbiamo pensare a noi stessi. Partita dopo partita possiamo fare sempre meglio, siamo partiti malino, adesso siamo più consapevoli della nostra forza e stiamo venendo fuori. Arrivare in Champions sarà dura, il campionato è equilibratissimo, ci sono tante squadre forti e noi dobbiamo puntare a dove siamo sempre arrivati, a confermarci in Europa League. Poi se dovesse arrivare qualcosa di più sarà ancora meglio."