Secondo molti il campionato è finito ancora prima di iniziare, visto la superiorità netta della Juventus, almeno a guardare qualità e profondità della rosa bianconera. Il ruolo di favorita per lo Scudetto è quindi assegnato da tempo, ma bisogna anche provare a capire quali potrebbero essere le antagoniste della squadra di Allegri. A questo proposito Marcello Lippi ha un paio di idee che racconta alla Gazzetta dello Sport.
Sono due, per l'ex CT, le squadre che alla pari possono insidiare i bianconeri: "Roma e Napoli sono sullo stesso piano per giocarsi il ruolo di antagonista. Ma tutte le inseguitrici, chi più chi meno, hanno avuto da tempo qualche problemino. In particolare il Napoli. Sarri è stato sfortunato. Ha perso sul mercato il miglior centravanti del mondo e, dopo aver trovato in Milik uno che segnava allo stesso ritmo, s’è ritrovato di nuovo senza. Però è stato bravo a inventarsi questo attacco senza 9, senza punto di riferimento centrale, ma con Insigne, Mertens e Callejon che si muovono e fanno tagli con e senza palla, mettendo in difficoltà chiunque. Mertens è un grandissimo giocatore che vede la porta come un 9. In area mi ricorda Paolo Rossi per le giocate rapide, i triangoli stretti, lo sprint."
Se Roma e Napoli non sono sorprese per quello che stanno facendo, lo è eccome l'Atalanta di Gasperini: "Senza dubbio. Ma non intendo solo la classifica: è che gioca come una grande. Davvero. Aggressiva in tutte le zone, con inserimenti, verticalizzazioni, poco possesso palla ma tagli rapidi, tutti che vanno in gol, esterni che si allargano per ricevere. Le grandi d’Europa fanno così. Si vede la mano di Gasperini, uno che ha qualità di organizzatore di gioco come pochi. Ha avuto solo un’esperienza particolare con l’Inter, ma diciamo che, ehm, non è stato l’unico…"
A Bergamo ci sono alcuni dei giovani italiani più interessanti, ma in generale la Serie A sta mettendo in mostra tanti ragazzi, utili anche al nuovo CT Ventura: "Mi sto entusiasmando per la generazione dei Caldara, dei Gagliardini, per il futuro del calcio italiano. Sono bravi, forti, e soprattutto giocano titolari: qualche anno fa erano tutti in panchina. E sono totalmente d’accordo con la politica di Ventura: era il momento di abituare i ragazzi, di farli ambientare con gli stage, di spiegare cosa vuole tatticamente, insomma di trovarli preparati quando arriverà il momento, senza pagare l’emozione come in passato. Questo lavoro, e la qualità dei ragazzi, mi fa sognare per i prossimi 4-6 anni."