15 anni in campo con la maglia Fiorentina e un segno indelebile nella storia viola, questo è stato Giancarlo Antognoni per Firenze. Una figura imprescindibile e un grandissimo giocatore che ora è tornato anche in società con un ruolo dirigenziale, dopo l'accordo trovato nelle scorse settimane con Pantaleo Corvino. Antognoni che era in tribuna per Fiorentina-Napoli, altra gara di questo campionato dove a farsi notare è stato il talento giovane e italiano.

Una costante di questa prima parte di stagione, una strada seguita da tanti allenatori oltre a Paulo Sousa con Chiesa e Bernardeschi, come spiega Antognoni alla Gazzetta dello Sport: "Un altro tecnico che in questo senso merita un bel dieci in pagella è Mihajlovic." Spazio poi ai nomi, a partire da porta e difesa: "Donnarumma è l’erede di Buffon. Un mostro tra i pali. Ma Sinisa ha anche spinto il Milan a investire tanti soldi su Romagnoli. Quanto manca alla Roma del mio amico Spalletti uno come Romagnoli. Romagnoli e Rugani possono ripetere le imprese di Nesta e Cannavaro. Rugani fa anche dei gol. Allegri è stato bravo a farlo crescere, a incattivirlo al punto giusto. Ricordo che a Empoli disputò tutto un campionato senza prendere un cartellino giallo. Quando vuoi vincere la Champions o uno scudetto qualche fallo cattivello lo devi fare. E dietro a questi due fenomeni c’è Caldara. Tanta roba. La Juve lo ha già preso vero? Un gran colpo."

Anche in attacco, però, i profili interessanti non mancano, uno su tutti ha colpito Antognoni: "Belotti non credevo diventasse così bravo. E’ come il mio amico Ciccio Graziani. Ha il fuoco dentro. E consentitemi di spendere due parole su Lapadula che sta vivendo una favola che mi ricorda quella di Totò Schillaci. Tornando ai più giovani aspetto l’esplosione di Berardi. Ha colpi da fenomeno. Alla Baggio, per capirci. Il Sassuolo non me ne voglia, ma Berardi a giugno deve andare a sfidare il mondo accettando l’offerta di un grande club." Ultima battuta sulla corsa Scudetto: "Non scopro certo io la forza della Juve, ma attenti alla Roma. Ha ancora grandi margini di crescita. E mi piace il lavoro di Sarri. Lui è venuto dal basso e non ha perso la sua semplicità. Giovedì sera, a fine gara, si è fermato nel tunnel del Franchi per salutare il ragazzino Chiesa. Veramente un bel gesto."