Il 20 dicembre 2015, esattamente un anno fa, la Juventus era in piena rincorsa per il titolo dopo un avvio deludente e stava costruendo una serie impressionante di vittorie consecutive nel modesto teatro di Modena, contro il Carpi, dove vinse per 2-3 in una gara rocambolesca. Troppo rocambolesca.
Specifichiamo: per uno come Max Allegri, a cui la tranquillità piace per definizione, quel match fu il peggior tipo di vittoria possibile e lo fece vedere capire in maniera abbastanza eloquente in campo, con una sfuriata passata alla storia come una delle immagini più simboliche di come la Signora voglia, per la sua mentalità vincente, saper andare avanti e saper gestire il vantaggio, formando così le solide basi degli ultimi successi juventini (il più vicino cronologicamente, l'1-0 alla Roma, è una delle molte controprove di questo aspetto).
Lollo fa quasi 3-3 all'ultimo, il mister non ci sta (come al solito), urla (come al solito) e si toglie la giacca, lanciandola in uno scatto d'ira, e no, questo non era mai successo. Se questo si è trattato di un semplice episodio sporadico che non dovrebbe verificarsi mai più, l'allenatore deve essere andato vicino in questo 2016 a compiere nuovamente un gesto così eclatante. In almeno cinque occasioni. Eccole.
La calma è la virtù dei forti, ma anche i forti ogni tanto perdono la calma.
1. Il salvataggio di Chiellini, Sampdoria 1-2 Juventus, domenica 10 gennaio.
E' solo la seconda partita dopo la "giacca di Carpi", ma sembra proprio che i bianconeri abbiano qualche problema con il vestiario del proprio allenatore. Dopo aver dominato per un'ora, i piemontesi si abbassano e concedono a Cassano il gol dell'1-2. Il 2-2, all'ultimo minuto di recupero, non arriva soltanto grazie ad un salvataggio decisivo da parte di Chiellini. Qui la giacca non va via, ma l'1-2 finale non lascia buonissime sensazioni ad un mister poi durissimo nel post-gara coi suoi. Ma con la giacca integra.
Chiellini ci mette la testa all'ultimo respiro, ma ultimo per davvero.
2. La palla persa di Asamoah, Inter 2-1 Juventus, domenica 18 settembre.
L'esperienza di Kwadwo Asamoah dalle parti di Torino sarebbe riassumibile in una sola parola: sfortuna. Un grande avvio, poi una Coppa d'Africa a rompere l'equilibrio. Il ghanese inizia a non convincere ed infortunarsi e non tiene il passo di una società in continua crescita. All'inizio della Serie A 2016/17 però sembrava ritrovato dopo alcune grandi prove, ma questa giocata nell'ultimo derby d'Italia gli costa quel posto che era sul punto di riguadagnarsi definitivamente. E qui magari il cappotto sarà anche rimasto a posto, ma qualche tifoso juventino deve essersi arrabbiato molto...
...sappiamo poi tutti come è andata a finire quest'azione.
3. La corsa casuale di Dani Alves, Palermo 0-1 Juventus, sabato 24 settembre.
La Signora arriva prima alla trasferta di Palermo, ma con qualche problema, principalmente collegato al gioco che non convince e alle brutte spie segnate dal match contro l'Inter sopracitato, giocato appena 7 giorni prima. I bianconeri vanno in vantaggio grazie all'autogol di Goldaniga (tra l'altro ex di giornata), ma sprecano un numero considerevole di palloni e sembrano voler fare di tutto per perdere i tre punti, sulla carta facilissimi. Dani Alves è l'emblema di questa situazione: il brasiliano entra insistentemente dentro al campo palla al piede con l'unico intento di perderla. Max comunque si tiene i 3 punti nonostante una sofferenza eccessiva e si "limita" a qualche imprecazione. La giacca resta a posto.
Cosa aveva in mente di fare Dani Alves? (una delle tante, ndr)
4. L'espulsione di Lemina in terra francese, Lione 0-1 Juventus, martedì 18 ottobre.
Rimaniamo a parlare di match disputati recentemente e ci spostiamo in zona Champions League. Nella fredda serata di Lione, la Juve passa per 0-1 grazie ad un mitico Gianluigi Buffon, che tiene la porta inviolata parando anche un rigore. A rendere ancora più grande la portata dell'impresa juventina ci pensa l'inesperienza di Mario Lemina, che nel secondo tempo - già ammonito - travolge un avversario e a reti ancora bianche rischia di compromettere decisamente la gara dei suoi. Il gabonese paga questo errore a caro prezzo, ma la giacca è ancora una volta salva: Cuadrado rimette tutto al proprio (primo) posto con una giocata da tre punti.
Ci ha pensato Cuadrado a salvare capra e cavoli. Ma per davvero.
5. La non-spazzata di Evra, Bayern Monaco 4-2 Juventus d.t.s., mercoledì 16 marzo.
Dulcis in fundo, dicevano i latini, anche se di dolce in una serata amara come quella di Monaco della scorsa stagione ai tifosi e calciatori bianconeri resta ben poco. Dopo il 2-2 dell'andata, c'è una Juve determinatissima all'Allianz Arena che chiude il primo tempo sullo 0-2 con un capolavoro tattico, tecnico ed atletico. La seconda porzione di gara sembra guardare verso la parte giusta, ma Lewandowski all'improvviso riapre i conti. Gli juventini alzano le barricate e reggono fino al 90esimo esatto, quando Patrice Evra non spazza una palla appena recuperata e la concede a Vidal (un ex, ahia...), che scarica a Coman (un altro ex, doppio ahia), il quale crossa per la testa di Muller che fa 2-2, di nuovo. I supplementari sono una mattanza e la Signora deve rinunciare ancora una volta al sogno europeo. Però Allegri, perlomeno, non ha sentito freddo: il palcoscenico è troppo importante per ripetere un siparietto di quel genere.