Un punto nelle ultime due partite giocate, contro Roma e Atalanta, fermandosi ai numeri nudi e crudi verrebbe facile parlare di un Milan in difficoltà. In realtà, sia all'Olimpico che ieri contro i bergamaschi, alla squadra di Montella non è mancata la prestazione, ma piuttosto sono tornati a riaffiorare vecchi limiti e antiche difficoltà, messe a nudo più facilmente da due squadre organizzate come quelle di Spalletti e Gasperini.

Ancora una volta il dito della critica non può che puntare il reparto di centrocampo, da anni nel mirino di tifosi e addetti ai lavori per una cronica mancanza di qualità, spessore e personalità. Elementi che in questa stagione si sono visti solo a sprazzi o che sono finiti in secondo piano grazie alle giocate decisive soprattutto del tridente d'attacco. Se però il pallone fatica ad arrivare negli ultimi 30 metri di campo il merito è sicuramente di chi difende, ma sarebbe ingenuo non soffermarsi anche sui difetti di chi sta provando ad organizzare la manovra offensiva. Il trio Kucka-Bertolacci-Pasalic ieri sera ha avuto un buon impatto a livello di palloni recuperati e tolti dai piedi dei giocatori di Gasperini, ma ha difettato nel momento in cui è stato chiamato ad accendere la fase offensiva del Milan di Montella. Un problema di vecchia data che nemmeno la linea mediana di ieri è riuscito a risolvere all'interno dei singoli 90 minuti di gioco contro l'Atalanta.

Lo spogliatoio del Milan, acmilan.com
Lo spogliatoio del Milan, acmilan.com

Evidenza che è venuta a galla soprattutto nella ripresa, quando il Milan è cresciuto e l'Atalanta ha scelto di stare più bassa, compatta, puntando sulle ripartenze per cercare di fare il colpaccio. Proprio in quel momento serviva più qualità in fase di possesso palla per trovare la linea giusta di passaggio, lo spazio migliore nel momento adatto in mezzo alle maglie strette dell'Atalanta. Se si guarda alle occasioni, invece, sono arrivate tutte grazie a singole intuizioni: la botta di Kucka da fuori area, la percussione da destra sempre dell'ex Genoa e l'intuizione fantastica di Suso per il taglio di Bacca, con il tiro del colombiano salvato poi sulla linea di porta. E' mancato in un certo senso il colpo del campione, per essere sintetici, quel passaggio o quella lettura che differenzia un giocatore sopra la media da tanti altri che si possono trovare. Magari anche i vari Bertolacci e Pasalic potrebbero avere questo tipo di impatto, ma ieri sera questo non è accaduto.

Il pensiero va allora al prossimo mercato di Gennaio, sempre più vicino, ma che rischia di trasformarsi nell'ennesimo periodo della recente storia rossonera tutto "vorrei, ma non posso". Sino Europe ancora non ha chiuso per l'acquisto del Milan, Fininvest non ha alcuna intenzione di mettere risorse per una squadra che sta vendendo senza grossi rimorsi e allora siamo ai soliti slogan. "Si compra solo se si vende", "non entra nessuno se non esce nessuno", insieme a tutte le altre frasi sciorinate da Galliani nelle ultime stagioni. Una situazione frustrante anche per Montella, conscio più di tutti, forse, del fatto che basterebbero due-tre aggiustamenti mirati a questa squadra per permetterle di lottare fino alla fine per obiettivi sbandierati a gran voce negli scorsi campionati. Servirà, invece, ancora pazienza, nella speranza che qualcuno decida di acquistare gli elementi fuori dal progetto tecnico dell'Aeroplanino per finanziare gli eventuali nuovi arrivi in quel di Milanello.