Il campionato di questa stagione sta alimentando una tendenza che fino allo scorso anno solo qualche società stava provando a sviluppare. Quella di mettere in campo sempre più ragazzi italiani, cresciuti nelle giovanili e formati all'interno dei club, senza per forza affidarsi a nomi esotici e che arrivano da altri contesti. Una situazione che non può che fare piacere al CT Giampiero Ventura.

Ospite della Gazzetta dello Sport, Ventura si è soffermato sul nostro campionato, partendo dalla sfida fra Juventus e Roma di questa sera: "Una partita che farà bene al calcio. Ultimamente è stato raro vedere partite di questo livello con così poca differenza di punti fra le due squadre: non è solo prima contro seconda, ma anche la sfida della possibile “apertura” di questo campionato. E se non sarà pareggio, inciderà: un punto di vantaggio sarebbe niente, a +7 la Juventus sarebbe già campione d’inverno. Da spettatore neutrale, complimenti ad Allegri: la squadra che ha battuto l’Atalanta può competere tranquillamente anche in Champions, al contrario di quella di Palermo. Prima mezzora di altissimo livello, forse la miglior partita dell’anno: una risposta da grande squadra. Quella che può dare anche la Roma: è la partita della possibile consacrazione. E anche al di là del risultato: se fai una grande partita lo sai a prescindere da come finisce."

Ventura e Tavecchio, panorama.it
Ventura e Tavecchio, panorama.it

Prima, alle 18, Milan-Atalanta, con in campo tantissimi giovani ragazzi italiani: "Mi piace pensare sia uno spot per la mia Nazionale, come le partite del turno successivo lo furono per lo stage. In tanti fecero benissimo, ma quella domenica li avevo mandati a vedere tutti dicendo fra me e me: “Se si comportano da divi, vuol dire che non sono pronti. I risultati del Milan finora sono ottimi e si vede che i giocatori credono fortemente in quello che fanno, ma la verità la sapremo fra due-­tre mesi: la loro crescita da svolta, se ci sarà, deve iniziare adesso. La lite con Gasperini? «Per conoscere i giocatori bisogna vederli, potergli dire: “Presentati e dimmi chi sei”. Lavoriamo per questo: perché si presentino. E comunque quando ho parlato con lui delle mie idee, Gasperini era entusiasta: è stata una cosa nata e finita lì. Di sicuro so che in Italia non potrà mai succedere come in Germania, dove a livello giovanile il rapporto federazione­club, anche a proposito di lavoro tattico, è più intenso che da noi."