Domenica alle 15 la Juventus è chiamata a sostenere l'importantissimo esame del derby col Torino, una delle partite più importanti della stagione. La squadra granata quest'anno probabilmente è la versione più forte degli ultimi anni ed è decisamente intenzionata a battere i cugini bianconeri davanti al pubblico di casa per mandare un messaggio chiaro e preciso al campionato. Il tecnico Sinisa Mihajlovic si affida ai gioielli del reparto offensivo Iago, Belotti e Ljajic che si sono mostrati gli artefici delle fortune granata.
Il Toro ha iniziato il campionato con un andamento altalenante, dovuto anche agli infortuni tra i quali figura quello di Ljajic. Poi c'è stato il cambio di marcia che ha portato a un filotto di risultati positivi che hanno portato i torinesi a ridosso della zona Europa League, il cui piazzamento rientra negli obiettivi stagionali del club. Tale risultato è dovuto soprattutto alle prestazioni del tridente offensivo del Toro, oltre che alla bravura del proprio allenatore. Numeri impressionanti quelli raggiunti finora dai tre interpreti del reparto offensivo, i quali hanno segnato complessivamente 22 reti nelle prime quindici giornate di campionato. Singolarmente, Ljajic ha già segnato una doppietta mentre Iago Falqué due; addirittura Belotti è riuscito anche a calare il tris (e il campionato non è ancora finito!). Da quando giocano insieme, questi tre talenti sono riusciti individualmente ad inserire il proprio nome sul tabellino dei marcatori con regolarità nelle ultime nove partite. E pensare che a inizio stagione, nessuno credeva nella forza di questi ragazzi i quali adesso sono diventati le punte di diamante di proprietà Urbano Cairo.
Andrea Belotti, Iago Falqué e Adem Ljajic: sono i nomi più pericolosi ai quali la Juve deve far particolarmente attenzione nella prossima gara di Serie A. Il Gallo è il vero terminale offensivo dei granata, il quale finora ha realizzato 10 reti ed è in corsa per la vittoria nella classifica cannonieri. Il presidente del Torino Cairo lo ha già blindato con una clausola da 100 milioni di euro valida solo per l'estero, in modo da toglierlo dai radar delle rivali italiane. Gli altri due sono arrivati nel mercato estivo della Roma, entrambi alla ricerca del riscatto. Iago Falqué durante la scorsa stagione è rimasto fuori dagli schemi del subentrato tecnico giallorosso Luciano Spalletti; Ljajic, invece, era in prestito all'Inter dove ha giocato qualche partita senza mai riuscire a conquistare una maglia da titolare.
Con la nuova maglia, sia lo spagnolo che il serbo sono esplosi e stanno diventando le spalle ideali del compagno di reparto azzurro. I tre attaccanti in questo avvio di stagione sono stati molto bravi ad interpretare le istruzioni di gioco imposte dal proprio allenatore, il quale arrivo ha portato ad una vera e propria rivoluzione tattica. Rivoluzione che ha portato alla soppressione del 3-5-2 che ha caratterizzato gli anni della gestione di Giampiero Ventura ad un 4-3-3 decisamente offensivo. Il nuovo sistema di gioco, che il tecnico Mihajlovic ha utilizzato anche nelle precedenti esperienze al Milan e alla Sampdoria, si basa su una buona fase di costruzione. Questa prevede un centrocampista centrale che viene schierato basso davanti alla difesa il quale ha il compito di aprire il gioco sulle fasce.
Il movimento dei laterali è uno dei punti di forza di questo sistema poiché i terzini, schierati sempre molto alti, determinano anche superiorità numerica durante l'impostazione del gioco. Durante le fasi di possesso palla Belotti è fondamentale, a causa del suo movimento da "pivot" di eredità del calcio a 5: tale movimento prevede lo staccamento dalla linea difensiva avversaria, in modo da creare dei preziosi sbocchi nell'area per dare vinta a importanti azioni d'attacco. Ljajic e Iago Falqué, invece, hanno grande abilità nello svariare sulle fasce di competenza: così facendo, i due interpreti aiutano molto gli esterni di centrocampo e i terzini durante la costruzione del gioco, creando anche superiorità numerica.
Diciamo che il lavoro tattico svolto da Mihajlovic nel reparto offensivo è stato fino a questo punto ottimo: i suoi giocatori svolgono bene i compiti assegnatigli dal proprio mister e hanno pochi punti deboli. Forse l'unica imperfezione può riguardare il non possesso, poiché molto spesso i giocatori temporeggiano senza effettuare un vero e proprio pressing asfissiante. Questa lacuna potrebbe essere fatale quando bisogna affrontare squadre come la Juve, le quali sanno giocare con tanta cattiveria quando è necessario portare a casa un risultato positivo. La squadra di Allegri esteticamente non è bella da vedere, ma più volte durante la stagione ha dimostrato di avere dalla sua parte soprattutto l'elemento psicologico.
Per Sinisa sarà anche importante "attaccare sempre e comunque", ma il tecnico juventino sa come caricare i suoi uomini in vista di partite importanti. Dal punto di vista del gioco, per debellare il gioco granata, i giocatori bianconeri devono partire con un'impostazione molto aggressiva simile alla gara scorsa giocata con l'Atalanta. Andando nel dettaglio, presupponendo che Allegri domenica ritorni a giocare col 3-5-2 (e qui sarà determinante la decisione di schierare o meno il rientrante Dybala come titolare), le Zebre devono soprattutto evitare le marcature a uomo e optare per una difesa a zona: in questo modo viene "ingabbiato" Belotti il quale non è libero di potersi muovere nell'area avversaria e creare degli spazi vuoti. Inoltre sarà determinante anche il gioco sulle fasce: è necessario effettuare un pressing molto intensivo, così da bloccare le incursioni dei terzini torinesi e le pericolose avanzate di Iago e Ljajic.