È stato giocatore della Roma dal 1967 al 1970 e del Milan dal 1976 al 1980. Ha poi allenato la Primavera rossonera tra il 1982 ed il 1986 e, dopo una breve parentesi di 6 partite nel 1987, ha cominciato la sua carriera da tecnico vincente nel 1991 con la prima squadra, conquistando quasi tutto, fino al 1996. La stagione 97-98 al Milan è stata fallimentare per lui, di ritorno da Madrid, sponda Real; nel 1999 è stato nominato allenatore della Roma con cui ha vinto lo storico scudetto 2000-2001 e che ha guidato fino al 2004.
Lunedì sera c’è Roma-Milan e chi meglio di Fabio Capello può presentare il match che potrebbe valere la nomina ad antagonista della Juventus per lo Scudetto. In un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il tecnico di Pieris, ora commentatore televisivo, analizza le due compagini anche in prospettiva lotta per il titolo.
Sugli uomini di Spalletti dice: “Alla Roma manca poco per raggiungere il livello della Juventus. Ora che con Dzeko ha trovato il centravanti, deve convincersi della propria forza”.
L’uomo simbolo del campionato vinto nel 2001 era Francesco Totti, che continua ad incantare a 40 anni: “Ho avuto la fortuna di apprezzarlo per 5 anni tutti i giorni, sia in campo che in allenamento, sono questi i giocatori che la gente vuole vedere in campo. "Sicuramente Totti avrebbe vinto molto di più andando via dalla Roma, con le sue qualità avrebbe sicuramente giocato in top club, ha fatto una scelta molto coraggiosa”. Don Fabio nutriva dubbi sulla sua tenuta atletica: “Aveva la tendenza ad ingrassare e non avrei mai pensato che potesse giocare fino a 40 anni: Pensavo ad un finale di carriera simile a Ronaldo ed invece ha capito perfettamente come allenarsi e nutrirsi".
A livello di classifica, pochi si aspettavano un Milan così in alto e Capello riconosce ampi meriti al suo ex attaccante: “Montella sta facendo un bel lavoro. Da calciatore non avrei immaginato che diventasse allenatore. Non vedevo in lui questa voglia, però ha sempre avuto fantasia napoletana e riesce a trasmetterla ai giocatori”.
Tra giallorossi e rossoneri c’è differenza: "Il Milan è più indietro rispetto alla Roma, è un cantiere ancora aperto”.
Chiusura dedicata alla ricerca di innovazione sul piano tattico per vincere nel calcio: “Nel calcio gli innovatori recenti si sono visti in tre squadre: l’Ajax, il Milan e il Barcellona. Quando parlo del Milan intendo Sacchi e poi anche me, che ho cambiato delle cose. Quando fai una innovazione crea problemi agli avversari per due anni, poi prendono le contromisure e quindi bisogna evolversi. Se non lo fai, non hai capito nulla".
Fonte La Gazzetta dello Sport.