Questa volta il verso è cambiato, la Juve non convince, e non vince. Al Marassi la Juve ha dato mostra della peggior Juve che si possa immaginare. Fino al secondo gol del Cholito la Juve era l’unica squadra in Europa a non subire due gol nel primo tempo, ma esagera e ne subisce ben tre in 29 minuti. I giocatori scendono in campo svogliati giocando con superficialità forse affaticati dal match di martedì sera contro il Siviglia, ma anche per aver sottovaluto decisamente la squadra avversaria. Apre le danze il gol di Simeone in seguito ad uno svarione di Bonucci, raddoppia di testa il già citato Simeone, e il terzo gol è in realtà un autogol di Alex Sandro nato tuttavia da un tiro di Rigoni. Il gol della bandiera viene realizzato da Pjanic, che raggiunge così quota 13 gol da punizione nella massima serie italiana. Dunque trattasi di una partita da dimenticare per la Juve, e solitamente in queste circostanze la responsabilità della sconfitta va data a tutta la squadra, ma è dovere spendere qualche parola in riferimento all’allenatore juventino, che schiera una squadra tatticamente anomala, non riesce altresì a gestire la squadra a partita in corso. Da una Juve finora così travolgente si può perdonare una partita no, ma che non diventi un’abitudine.
LE PAGELLE
Buffon, 6 – Fa due miracoli dei suoi sul primo gol, ma è tutto inutile. Nulla da biasimare sui restanti gol dato che i suoi interventi hanno comunque evitato di subire un passivo ancora più pesante.
Benatia, 4 – Nel primo quarto d’ora in cui la Juve subisce i due gol avrebbe avuto bisogno di una bussola per capire meglio dove girarsi, manca la marcatura di SImeone sul secondo gol, nel terzo si perde Burdisso.
Bonucci, 4 – La svolta della partita prende vita da lui, quel maledetto colpo di tacco frutto di eccessiva sicurezza nei proprio mezzi dà avvio all’azione che porta al primo gol del Genoa; la sua partita finisce dopo una mezz’ora per un infortunio muscolare. (Dal 33’ Rugani, 6 – Entra in campo in una situazione più che tragica, fa il suo, ma sembra non trovare ancora quella fiducia per trainare la difesa, forse per colpa della poca esperienza.)
Dani Alves, 5,5 – Sbaglia un sacco di passaggi, cerca un dribbling pericolassimo in area mettendo in difficoltà Buffon; partita da dimenticare dato anche l’infortunio rimediato nel finale di partita.
Lichsteiner, 5 – Spesso assente sulle ricoperture difensive, non riesce a tenere Laxalt sulla sua fascia che viaggia ad una velocità doppia. (Dal 53’ Higuain, 5,5 – Entra subito in partita per poi spegnersi subito dopo, propone un paio di azioni da gol, ma nulla più.)
Khedira, 5,5 – È uno dei pochi che cerca di non rendere ancora più catastrofica la disfatta, si mangia tuttavia un gol sottoporta nel secondo tempo. (Dal 70’ Sturaro, 5 – Probabilmente non era lui che serviva in quel momento della partita, ma dà movimento in entrambe le fasi; spreca clamorosamente la palla del 3-2 a pochi minuti della fine.)
Hernanes, 4,5 – Gli viene data fiducia dall’allenatore che lo fa partire di nuovo titolare, ma sbaglia un sacco, poco preciso e compie più passaggi orizzontali che verticalizzazioni, chiaro sintomo di difficoltà nella fase di impostazione.
Pjanic, 5,5 – A passare la palla è quello che ha sbagliato meno di tutti, ma corre a velocità ridotta; ancora poco presente nel gioco della squadra nonostante le punizioni non le sbagli manco a occhi chiusi.
Alex Sandro, 5 – Poco importa il suo salvataggio sulla linea di porta al primo gol del Genoa, al secondo Lazovic lo disorienta, poco pungente questo pomeriggio.
Cuadrado, 5,5 – Gli viene assegnato un ruolo innaturale per lui a inizio partita, la seconda punta, ma certo non è colpa sua se poi cerca di spostarsi in altre zone del gol per ricevere palla; molto aggressivo, come sempre, rappresenta il brio della squadra.
Mandžukić, 6,5 – Non ci fosse lui però, sarebbe stata una Juve ancora peggiore; combatte da solo contro la difesa del Genoa, ma riceve poco, e subisce in area un chiaro intervento da punire col calcio di rigore.
All. Allegri, 3 – Se la Juve oggi avesse giocato tatticamente a casaccio, avrebbe giocato meglio; manda in campo un Juve atipica con gente non nel loro ordinario ruolo, cambia modulo a partita in corso, e non gestisce bene le tre sostituzioni ritrovandosi a finire la partita in dieci per l’infortunio di Dani Alves. La colpa è certo di tutti quanti, ma non è questo il momento di esaltarsi e provare esperimenti.
Genoa – Perin, S.V.; Izzo, 7,5; Burdisso, 7; Munoz, 7; Laxalt, 7,5; Cofie, 7,5; Rincon, 7,5; Lazovic, 7 (dal 69’ Edenilson, 6); Rigoni, 7,5 (dal 87’ Gakpè, S.V.); Simeone, 8; Ocampos, 7 (dall’88’ Biraschi, S.V.). All. Juric, 8.