Nel segno di Dzeko. Il centravanti bosniaco si carica sulle spalle i compagni e nella notte dell'Olimpico trafigge tre volte il Viktoria Plzen. Il pari ospite non spaventa la Roma, Dzeko bussa la seconda volta, di testa, prima della rabona di Perotti, gioiello - voluto o meno - che fa da cornice a una serata di festa, in cui Spalletti chiude il discorso Europa League con il punto esclamativo. La Roma avanza, da prima, Dzeko fa in tempo, nel finale, a siglare la personale tripletta.
Al termine, il tecnico analizza le difficoltà d'Europa. Partita nelle mani della Roma, superiore per tecnica e spessore internazionale. Partita ricca però di alterni episodi, errori talvolta fatali. La caduta del Bayern con il Rostov conferma gli interrogativi che circondano ogni impegno extra-nazionale.
"Giocare in Europa non è facile, lo dimostra anche la sconfitta del Bayern in Champions, anche noi stasera abbiamo dominato ma abbiamo rischiato il pari in qualche occasione. In Europa i risultati bisogna sudarseli".
Spalletti poi si sofferma sui singoli. Salah è un'arma a doppio taglio, devastante negli spazi, straordinario nell'uno contro uno, ma spesso impreciso sottoporta. Piccolo richiamo per l'egiziano, particolarmente "disattento" nella serata di ieri. Applausi, invece, per la coppia Fazio - Rudiger. Non semplice rimpiazzare un giocatore come Manolas.
"Gli errori di Salah? In allenamento non capitano, ma lui non si fida del suo destro: mi sono un po' rotto le scatole di vederlo a piede invertito... Le amnesie in difesa? Rudiger e Fazio hanno fatto una grande partita, solo che a volte facciamo fatica ad accorciare".
Chiusura per Dzeko, l'uomo simbolo del corso attuale. Mutazione evidente, in parte sorprendente. Questione di fiducia, una pacca sulla spalla per capire e comprendere l'ambiente Roma. Il lavoro oscuro di De Rossi e Totti, un processo di crescita. Ora Dzeko è devastante e la Roma gode delle giocate del bosniaco.
"Quando si è davvero sentito a casa sua, come ad esempio la volta in cui De Rossi lo difese incitando i tifosi a non fischiarlo e a sostenerlo, è cambiato qualcosa. L'ho aiutato anche io facendolo sentire importante, Totti gli ha fatto fare dei gol... Tutta una serie di cose che lo hanno responsabilizzato".