Più o meno un anno fa Manuel Locatelli giocava da titolare il derby contro l'Inter, ma nella Primavera rossonera. Domenica sera, invece, sarà titolare dal primo minuto davanti alla difesa del Milan di Vincenzo Montella. L'allenatore che ha scommesso su di lui in questa stagione, soprattutto dopo il grave infortunio di Riccardo Montolivo, iniziando a far scoprire al nostro calcio un ragazzo tanto giovane quanto di talento.
In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il classe '98 ha trattato diversi argomenti che riguardano questa stagione così particolare per lui. A partire da come si è arrivati al suo esordio da titolare in Serie A: "Montella ha visto che ‘andavo’ in allenamento. Lo dico senza essere presuntuoso: la scommessa l’avrei fatta anch’io. E comunque la sua gestione è stata oculata. Prima mi ha fatto entrare un po’ di volte dalla panchina, poi l’infortunio di Montolivo ha accelerato il processo. Ma è stata una gradualità importante. Cosa mi dice Montella? Di fare quello che so, di giocare semplice come in allenamento. E di stare tranquillo. Montolivo? Non sono tipo da timori reverenziali. Riccardo è una guida, un esempio, uno dei miei modelli, come Pirlo." Modelli a cui Locatelli si ispira per migliorare sempre di più: "Devo migliorare fisicamente e nella gestione della palla. In Primavera è più facile, in prima squadra è tutta un’altra cosa. Il mio obiettivo è dimostrare che in questo Milan ci posso stare. A volte capita che mi vada a rivedere i due gol perché ancora non ci credo. E mi vengono i brividi. Obiettivi? Personalmente, continuare così. Come squadra, tornare in Europa."
I paragoni per lui impegnativi sono arrivati anche da chi ha scritto la storia del Milan degli ultimi 30 anni, ovvero Berlusconi e Galliani, anche se Locatelli sembra volersi concentrare di più sugli errori che commette in campo, come spiega: "Berlusconi mi ha stupito molto. Quando ero ancora in Primavera si fermò da me e mi disse: ‘Mi hanno raccontato che sei molto forte...’. All’inizio era tutto un sogno, ma ora che sto iniziando a realizzare quel che accade, so anche di aver commesso degli errori. Con la Juve, per esempio. Tutti hanno parlato del mio gol, ma ho perso qualche brutto pallone. Sono cose che mi vado a rivedere per capire dove ho sbagliato." Intanto Domenica sera c'è il derby contro l'Inter, mica una partita come tutte le altre: "All’Inter ho già fatto un gol, quando ero nei Giovanissimi. Stop di petto e tiro da fuori area. Chi toglierei ai nerazzurri? Icardi, perché vede la porta benissimo. Questa Inter è difficile da studiare perché ha cambiato tecnico. Ma la questione in realtà è una sola: la partita dobbiamo farla noi. E Montella è bravissimo a preparare questo tipo di sfide."
Una sfida che vedrà in campo, ancora una volta, un Milan giovane e con tanti giocatori italiani nell'undici titolare. Per Locatelli è chiaro a chi bisogna assegnare il merito di questa situazione: "Milan italiano contro Inter straniero? Il progetto giovani e italiani è molto bello e bisogna dire grazie a Berlusconi e Galliani. Il segreto del nostro settore giovanile è nelle persone. Loro sono i massimi dirigenti, poi ci sono figure fondamentali come Filippo Galli e De Vecchi, un allenatore che mi ha insegnato tanto. Con noi il Milan ha un bel progetto per i prossimi dieci anni. Sta venendo fuori qualcosa di importante."