Sembra quasi paradossale, visto il pensiero calcistico italiano che tende ad etichettare gli arbitri come "scarsi", "corrotti", "incapaci" e chi più ne ha più ne metta, eppure i nostri fischietti da sempre sono tra i più premiati in Europa e nel mondo. Lo dimostra Nicola Rizzoli, 45 anni e più di 200 partite dirette in Serie A, oltre a tantissimi incontri di prestigio a livello internazionale, che prima di Italia-Germania è stato premiato in memoria del grande Giulio Campanati, importante arbitro e dirigente UEFA e FIFA, e soprattutto presidente dell'AIA per 18 anni, dal 1972 al 1990, il più longevo della storia italiana.
Il direttore di gara modenese ha ricevuto il premio come miglior arbitro dell'Europeo disputatosi quest'estate in Francia, dove ha diretto Inghilterra-Russia e Portogallo-Austria nella fase a gironi, Francia-Irlanda agli ottavi di finale e soprattutto la semifinale Francia-Germania, rendendosi protagonista di un arbitraggio praticamente perfetto, in particolare nell'azione del calcio di rigore alla Francia per fallo di mano di Schweinsteiger su colpo di testa di Evra.
Rizzoli era stato insignito del prestigioso premio già nel 2014, quando si distinse per delle ottime direzioni di gara al mondiale brasiliano, dirigendo magistralmente anche la finale tra Germania e Argentina, diventando il terzo arbitro italiano a dirigere una finalissima di Coppa del Mondo dopo Gonella (Argentina-Olanda nel '78) e Collina (Brasile-Germania nel 2002). Il modenese aveva diretto anche il big match della fase a gironi Spagna-Olanda e Argentina-Nigeria, e poi Argentina-Belgio ai quarti di finale.
Meglio di noi soltanto gli inglesi, che hanno portato 4 fischietti alla finalissima iridata ('50, '54, '74 e 2010). Un premio importante soprattutto per il movimento arbitrale italiano, che ha bisogno di iniezioni di fiducia come questa per continuare un'evoluzione spesso frenata dai pregiudizi e dalle sterili polemiche da bar che troppo spesso caratterizzano il nostro calcio.