Sta per iniziare l'era Colantuono. Dopo una prima parte di stagione altalenante e tendente al negativo, la società barese ha infatti deciso di esonerare Roberto Stellone, arrivato dal Frosinone per portare finalmente i Galletti, così come fatto per i ciociari, in Serie A, obiettivo da anni dichiarato ma sempre rovinosamente fallitto dal club pugliese. Nonostante un'ufficialità giunta solo nelle ultime ore, il divorzio non troppo consensuale tra società ed allenatore era nell'aria, a testimonianza di un matrimonio cominciato con le più rosee previsioni ma subito trasformatosi in una convivenza forzata e non troppo ostentata davanti cameraman e televisioni.

Forte di un dogmatismo tattico che vede nel 4-4-2 il modulo base, Stellone non è mai riuscito a cambiare volto alla squadra, forse ancora troppo legata a quel 4-3-3 che era, fino alla scorsa stagione, modulo accettato da società e giocatori, tra l'altro interpreti perfetti di tale schieramento. Alcune scelte fatte in corso d'opera, poi, vedi il tandem d'attacco leggero formato da De Luca e Brienza o quello opposto composto da Maniero e Monachello, sono apparse confusionarie e di fatto non hanno portato a niente di realmente cementificato e positivo.

Attribuire al solo modulo le colpe del fallimento di Stellone apparirebbe, però, ridicolo ed indoveroso verso una rosa di livello, formata cioè da giocatori esperti e navigati per il campionato cadetto. Bari è una piazza calda, difficile, al centro di una maledizione ufficiosamente accettata da tutti che vede i Galletti già sconfitti in partenza a causa di una serie di harakiri sportivi sempre presenti nelle loro stagioni calcistiche. Andare a Bari, per un allenatore, è come partire con il gap, un compito soprattutto mentale e forse l'ex Frosinone, nonostante le dichiarate abilità tattiche, non ha retto a tale pressione.

Scegliere Colantuono risulta dunque essere, da parte della società barese, una scelta volta proprio verso un allenatore esperto e navigato, uno di quelli abituato a navigare in mari burrascosi con collettivi non troppo quotati al via. Autore di un vero e proprio miracolo negli anni all'Atalanta (nel 2012, per esempio, gli Orobici si salvarono partendo addirittura da -6) a causa del calcioscommesse, Colantuono non ha brillato nella sua ultima esperienza all'Udinese, che non può però intaccare una carriera cominciata più di dieci anni fa e trascorsa sempre a lottare in trincea, senza mai abbandonare l'umiltà di chi sa di essere partito dal basso. L'allenatore romano potrebbe essere la scelta giusta, per un Bari che forse dovrebbe ritrovare quella predisposizione al sacrificio mancata nelle scorse stagioni.