In estate Luciano Spalletti aveva minacciato di incatenarsi ai cancelli di Trigoria pur di non permettere la partenza di Leandro Paredes, nonostante le richieste e gli interessi per il centrocampista non mancassero. L'argentino non è sceso in campo contro il Bologna nel posticipo di ieri sera per un problema ad un ginocchio che lui stesso ha tenuto a chiarire in un'intervista ai microfoni di Roma Radio.
Una precauzione, a quanto pare, quella di rimanere fuori, più che una vera e propria necessità: "Sto bene, domani o oggi pomeriggio faccio la risonanza. Anche in Europa League ho rischiato il collaterale, mi faceva ancora un po' male, ma son riuscito a giocare." C'è spazio anche per parlare un po' dell'attualità della Roma, visto che la sosta permette un minimo di tirare le prime somme: "Abbiamo tanto da migliorare, cercheremo di farlo. Purtroppo non siamo stati capaci di vincere questa partita molto importante contro l'Empoli. Pausa per le nazionali al momento giusto? Per me sì, anche per tutti gli altri che non vanno in Nazionale riposarsi un po' sarà importante. Sarà ancora lunga alla ripresa, ma ci saranno partite molto importanti, da vincere, per stare in alto. Anche i risultati dimostrano che siamo convinti, però dobbiamo ancora migliorare tanto."
Paredes poi parla del suo inserimento nel gruppo, del rapporto con alcuni compagni e di quello che gli chiede Spalletti: "Mi sono trovato subito bene. Mi hanno fatto sentire subito a mio agio. È difficile quando vieni a giocare dall'altra parte del mondo. Cerchiamo di stare bene inisieme noi argentini, io, Iturbe, Perotti, Fazio. Mi sento bene. Ho tantissimo da migliorare e penso che qui a Roma, con i compagni che ho, potrò farlo. Spalletti mi chiede di far girare di più la palla e cerco di migliorare in questo." Infine si parla degli attuali compagni di reparto di Paredes che però ci tiene a sottolineare il suo rapporto quando era al Boca con uno come Riquelme: "Posso imparare tantissimo da giocatori come De Rossi, Nainggolan e Strootman. Riquelme è stato molto importante per me, sia dal punto di vista professionale che fuori dal campo."