Una partita che vale tre punti, come tutte le altre, ma affettivamente qualcosa in più. Eusebio Di Francesco ritrova la Roma, nella quale ha passato quattro anni da giocatore e uno da team manager, lavorando peraltro con Luciano Spalletti. Necessità di vittoria, o comunque di risultato positivo, per un Sassuolo ancora in chiaroscuro e ancora con diverse assenze, come spiega lo stesso tecnico in conferenza stampa: "Non fa piacere non avere a disposizione giocatori importanti, ma faremo di necessità virtù, abbiamo tanti giovani interessanti che con i loro pregi e i loro difetti cercheranno di mettere in difficoltà la Roma. Siamo senza Berardi da undici partite e non so per quante ancora non l'avremo, questo per noi pesa. Non siamo riposatissimi, ma sapevamo che l'Europa ci avrebbe portato problematiche come alcuni infortuni. Anche la Roma ha giocato due partite ravvicinate in coppa e in Campionato".
"Potevamo fare meglio in fase difensiva - prosegue poi, precisando il discorso sulle coppe europee - ma è una squadra che in generale deve assimilare alcuni concetti. Arriviamo anche dalle coppe, dove non siamo abituati a giocare. Quando si fa tardi dalle coppe, i primi minuti di partita sono quelli più difficili: nel primo quarto d'ora corriamo con difficoltà, e a seguire cresciamo tantissimo. I miei giocatori non sono abituati, nella preparazione facciamo fatica".
Proprio i tanti impegni hanno costretto a uno stop capitan Magnanelli, perno del centrocampo, che salterà quasi certamente la sfida con i giallorossi: "Attualmente è quasi insostituibile, volevo farlo riposare a Bologna ma ho dato retta al cuore, l'ho fatto una volta e ne ho pagato le conseguenze", dice Di Francesco riguardo al proprio numero quattro. Poi, la conta sugli eventuali sostituti: "Sensi ha grandi qualità, deve preparare meglio le partite, ma è giovane e può crescere. I giovani quando sono in difficoltà non devono nascondersi; con me ha sempre giocato da mezz'ala, giocare vicino a Magnanelli e con meno responsabilità tattiche lo aiuta a crescere. Pellegrini ha grandissimi margini di miglioramento".
Chi sarà presente è invece Matri: "Per portarlo ad avere questa condizione dovevo schierarlo più volte, può solo migliorare, raggiungendo una continuità maggiore. Domani sarà titolare". Resta ancora da capire se sarà però affiancato dai due laterali in un 4-3-3 o da un'altra punta in un 4-2-4: "Il 4-2-4 mi offre delle soluzioni diverse, l'abbiamo anche provato, dipende anche dalle disponibilità. Devo valutare quanti centrocampisti e quanti attaccanti ho". Non cambierà però l'atteggiamento: "Io voglio una squadra che se la giochi alla grande, determinata, aggressiva, combattiva, che sta nella partita sempre. La capacità è sempre quella di rimanerci, come abbiamo dimostrato a Bologna. Scenderemo in campo come dei leoni".
Poi, tante parole riguardo quel che è la Roma e quel che è Roma: "Ci si esalta e ci si abbatte con grande facilità. Noi dobbiam lavorare sulle nostre forze, loro arriveranno con entusiasmo. Possiam contrastarli con voglia, organizzazione e dedizione, anche per far loro male sfruttando le nostre qualità". E poi, sull'amico Spalletti: "Con Luciano ho lavorato da team manager, lui mi faceva domande tecniche, faceva crescere inconsciamente anche me". Restare però sul campo per stavolta è imperativo, e gli occhi vanno soprattutto sull'attacco avversario: "Ho sempre ritenuto Dzeko un grande attaccante, sono contento stia segnando. Salah è pericoloso per le sue qualità, speriamo non sia in giornata... Ho visto anche El Shaarawy in ottima condizione".
I giallorossi rappresentano una sorta di chimera per Di Francesco, ancora in attesa della prima gioia sulla panchina neroverde contro la sua ex squadra, anche se alcuni precedenti dicono bene agli emiliani, almeno sul piano della prestazione: "Sulla carta dovevamo perderle tutte, abbiam già fatto bene avendo già portato a casa tre pareggi, essendo andati anche in vantaggio per due volte all'Olimpico. Loro sono più forti di noi, non c'è paragone. Noi abbiam sempre onorato le gare, ma parliamo di una squadra superiore che io avrei il desiderio di battere, anche se con affetto, perchè non ci sono mai riuscito".