Tra un paio d'anni nel calcio potrebbe aggiungersi un tassello al ristretto gruppo di coloro che hanno lasciato un vuoto, talmente grande da non riuscire ad essere adeguatamente sostituiti nell'immediato. L'eredità che lasciano è troppo pesante per poter essere sostenuta, va come alleggerita, progressivamente, con lo scorrere del tempo. Quella di Gianluigi Buffon, rispondendo al caso specifico anticipato in apertura, si prospetta una delle più dure a livello storico da poter raccogliere.

Il ritiro dai campi nell'estate del 2018 è ormai annunciato da tempo, sembrerebbe più una certezza che una tremenda ipotesi - il condizionale è d'obbligo -, alla quale la Juventus dovrà porre rimedio. Dopo diciassette anni, l'allenatore che siederà sulla panchina bianconera potrebbe non cominciare l'enunciato della formazione dalla Certezza Buffon. Da più o meno una decina d'anni, ogni giovane portiere pronto ad emergere viene etichettato immediatamente come l'erede, per la verità neanche troppo designato. Per ora solo uno sembra davvero avviato su quella strada, nella scuola italiana.

Gianluigi Buffon | Fonte immagine: Sky Sports
Gianluigi Buffon | Fonte immagine: Sky Sports

Già, perchè in corso Galileo Ferraris vorrebbero, se ce ne fosse la possibilità, continuare sulla stessa linea storica: Combi, Sentimenti, Viola, Anzolin, Mattrel, Zoff, Tacconi, Peruzzi, Buffon. I numeri uno che hanno conquistato la tripla cifra di presenze in bianconero sono sempre stati prodotti della scuola tricolore (compreso il buon Rampulla, fermo a 99). Un percorso con poche interruzioni, l'ultima delle quali, a tinte Oranje, non esattamente memorabile.

Scendendo più a fondo nel dilemma, però, le complicazioni aumentano. Sostituire Buffon con un portiere esperto o con un giovane ritenuto pronto al grande salto? La prima opzione è da tenere in forte considerazione, poichè l'età anagrafica per chi difende i pali è spesso solo un numero, tesi agevolmente dimostrabile peraltro da pesi massimi arrivati ad altissimi livelli oltre i trenta. La dirigenza però è più incline, ragionevolmente, alla seconda ipotesi: l'erede non esiste, o meglio, esistono i candidati, ma vanno testati e soprattutto forgiati.

Troppo semplice e al contempo troppo complicato nominare Gianluigi Donnarumma come primissimo concorrente. Sarà il futuro del nostro calcio, ma più difficilmente quello della Juventus, essendo di proprietà di un altro glorioso club Italiano quale è il Milan. Sarebbe però ipocrita affermare che a Torino non ci abbiano fatto nemmeno un piccolo pensiero, ben consci che si tratti comunque di un'operazione ai seri limiti dell'impossibile, anche per richieste economiche. Una certezza travestita da prospetto unica nel proprio genere.

Gianluigi Donnarumma. | Fonte immagine: 90min.com
Gianluigi Donnarumma. | Fonte immagine: 90min.com

Tornando coi piedi per terra (mai dire mai, vedi sopra), seguendo la mera logica del calciomercato e tenendo conto dell'età, il portiere che in questo momeno sarebbe più adatto al ruolo di erede sarebbe Mattia Perin: avrà 25 anni quando Gigi si ritirerà, ovvero almeno un decennio di potenziale garanzia. Doti indiscutibili, ma qualche eccesso di fiducia di troppo, anche se la crescita è esponenziale anno dopo anno, grazie anche ai consigli di maestro Buffon in Nazionale ed è ormai un punto fermo anche in azzurro, oltre che in Serie A, aspetto che lo pone in vantaggio su altri colleghi coetanei, leggasi Sportiello.

Differenze di età minime, quasi paradossalmente, separano un altro giovane italiano che la Juventus controlla ormai da tempo, Nicola Leali. Il prodotto del settore giovanile del Brescia ha però convinto solo parzialmente durante i vari periodi in prestito, una sorte che condivide con Simone Scuffet, sparito dai radar dopo l'esplosione a Udine nel finale di stagione 2014/15. Atteso al varco a questo punto un altro portierino friulano, etichettato da molti come promessa che verrà mantenuta, Alex Meret.

Emil Audero. | Fonte immagine: juventus.com
Emil Audero. | Fonte immagine: juventus.com

In tutto ciò, rimane un po' in disparte, ma non certo per demeriti suoi, il classe '97 Emil Audero. Portiere giovane, cresciuto in casa, tanto che veste il bianconero da quando aveva undici anni, e in questa stagione è il terzo, alle spalle di Buffon o Neto. Tanti lo considerano già pronto per la Serie A, e probabilmente lo è, ma il fatto che Marotta e Paratici abbiano deciso di mantenerlo in rosa, alla scuola del numero uno, fa pensare, e non poco. Come anticipato per Perin, crescere con i migliori, migliora. E farlo quotidianamente è un privilegio che spetta a pochi.

L'italiano, di origine indonesiana, andrebbe testato nella prossima stagione nella massima categoria per avere un miglior feedback di quanto realmente possa contribuire alla causa e quale futuro possa garantire. E soprattutto, deve dimostrare di avere, oltre alle doti, la personalità giusta e le spalle molto larghe, perchè succedere a uno degli estremi difensori più forti di tutti i tempi, se non addirittura il più forte, rappresenta qualcosa di gravoso, un mix di responsabilità e fantasmi. E soprattutto, qualcosa in più di una "semplice" etichetta di nuovo Buffon.