Probabilmente quella mancata stretta di mano di Graziano Pellé al CT Ventura ha scaturito una rivoluzione di notevole portata. Al centravanti pugliese non sarà data una terza possibilità, le sue due scenate anche se inconsapevoli bastano e avanzano. Oggi forse è il giorno del cambio delle guardie, troppi giovani di talento stanno bussando alla porta della Nazionale, anche se assolutamente c’è da dire – lunga vita calcistica a gente come Buffon, Chiellini, Barzagli, e De Rossi.
Per l’attacco scalpitano Belotti e Immobile, ex compagni al Toro, che durante il secondo tempo con la Spagna hanno esibito un’ottima prestazione; Belotti, che da piccolo rincorreva i galli del pollaio di sua zia e inventò quella strana esultanza col suo amico Juri (che di cognome fa Gallo), ha tutto il diritto di alzare la cresta, e Immobile, che tra Italia, Germania, e Spagna, di gavetta ne ha fatta abbastanza, è pronto per dimostrare il suo talento esplosivo. I due possono sia giocare assieme sia affiancare un instancabile Èder, giocatore che corre, suda, e sicuramente stringe la mano al mister quando viene sostituito. Questa è l’armeria a disposizione per stasera, ma speriamo presto di vedere in Nazionale anche gente come Balotelli (che l’azzurro l’ha già vestito e il ruolo di Pellè lo fa bene, anche se a modo suo), Berardi (in attesa di consumare il 3-5-2), Sansone (che sta facendo faville in terra spagnola), e Gabbiadini (che in seguito allo sfortunato infortunio di Milik ha tutto il tempo e lo spazio di dimostrare chi è veramente).
Sulla linea mediana sarà riproposto un ormai svezzato Verratti, giovane sì perché ha solo 23 anni, ma esperto visto che lui una mezza stagione non l’ha vista passando da un Pescara di Serie B al Paris Saint-Germain. Sulla fascia sinistra se la giocano due giovincelli come De Sciglio e Darmian, entrambi scuola Milan, mentre un altro milanista non vede l’ora di ritagliarsi un posto a centrocampo, di talento ne ha a vagonate, ma forse deve ancora imparare a controllare l’ansia agonistica, stiamo parlando di Bonaventura, un cognome che può andare molto d’accordo con quello dell’allenatore. Sull’altra fascia c’è Florenzi, che per il posto si alterna con Candreva, ma aspettiamo di rivedere all’opera il gioiello fiorentino, Bernardeschi, che può giocare sia esterno che mezzala (considerando sempre il 3-5-2 di scuola contiana).
Romagnoli ha già preso la mano in difesa, cosa facile con la compagnia dei giganti juventini Bonucci e Barzagli, ma poi c’è quel ragazzino, così esageratamente giovane, che fino a dopo il Mondiale, tolti imprevisti, dovrà ancora patire molto freddo, ma sta apprendendo i giusti rudimenti dal maestro suo omonimo. Di giovani portieri dalle pregevoli qualità in Italia ne abbiamo molti, ma fra un paio di anni la porta azzurra sarà di certo di Gianluigi Donnarumma. Il vivaio italiano dunque è di quelli pregiati, ma toccherà a Ventura saperlo gestire con quelle abilità che rendono un buon CT un grande CT.