Presente e futuro, futuro e presente. Ma precedenza al presente o futuro? La Juventus in questo senso non sta dimostrando problemi particolari nel gestire sia l'attuale rosa della prima squadra, competitiva ai massimi livelli, sia il network dei giovani, tra giocatori opzionati, prestiti, alcuni già in pianta stabile in prima squadra, ma anche in primavera. Una ipotizzabile seconda rosa, composta da una sfilza di under-23 da far rabbrividire per talento.
Chiaro, pretendere che tutti riescano ad elevare il proprio potenziale al massimo nel corso della propria carriera sembra avventato e soprattutto di difficile riuscita. Bisogna considerare anche che la squadra in discussione è al top del livello europeo, quindi oltre a questi campioni wanna-be rimpinzerebbe la propria rosa con altri fuoriclasse affermati, senza dimenticarci dei veterani. Eppure questo insieme di ragazzini terribili sogna in grande e spera di arrivare in alto. Proviamo ad analizzare, ruolo per ruolo, posizione per posizione, tutto il quantitativo di talento che Giuseppe Marotta in questi sei anni alla guida dei bianconeri è riuscito a controllare, e quali porterà (o quantomeno vorrà portare) presto all'ombra della mole.
IL DOPO-BUFFON
Se ne parla poco, ma la Juventus nell'estate 2018 perderà quella certezza che si porta dietro dal 2001, rispondente al nome di Gianluigi Buffon. I giovani portieri italiani accostati al numero uno sono un'infinità, tanti di questi attendono una chance da grandi, altri ancora sono finiti nel dimenticatoio. Nicola Leali oscilla in questo limbo: classe 1993, ha girato mezza Italia in prestito prima di volare in estate all'Olympiakos, dove ricopre il ruolo di secondo, ma titolare in Europa League. Il palcoscenico greco non è di primo livello, ma quello continentale sì: possibile che a questo punto sarà decisiva la prossima stagione per capire il destino del prodotto bresciano, magari da titolare in un club di buona classifica in Serie A.
Discorso sostanzialmente simile per Emil Audero, più piccolo di tre anni, attualmente terzo in pianta stabile nella Juventus alle spalle di Buffon e Neto: un anno di apprendistato con il proprio capitano, poi l'intenzione, come sopra, è quella di cercare una destinazione in prestito in Serie A, per testarlo definitivamente. Tra i due è attualmente difficile giudicare chi sia l'ideale erede ai pali bianconeri, l'impressione è che sarà appunto la prossima stagione (se Marotta riuscirà nelle proprie intenzioni) ad essere decisiva. Occhio alle soluzioni esterne, visto che di giovani portieri italiani ce ne sono anche tanti altri, i quali implicherebbero sì un esborso, ma a buona possibilità di riuscita.
LA DIFESA
Poco ricco, forse, il reparto difensivo del futuro, ma innanzitutto va ricordato che Bonucci e Benatia hanno 29 anni e possono garantirne ancora almeno cinque ad alto livello, per non parlare del classe 1991 Alex Sandro, già più di una certezza sulla corsia mancina. Dalla parte opposta si è prenotato un posto Pol Lirola, acquistato dall'Espanyol e spedito in primavera, dove è emerso come il miglior talento per distacco, tanto da essersi guadagnato la titolarità della fascia destra nel Sassuolo, nella prima stagione da professionista. La carta d'identità recita 1997, il suo soggiorno in Emilia-Romagna durerà due o tre anni (a seconda di come si accorderanno le società), esattamente quanto il rapporto tra la Juventus e Dani Alves. La soluzione del giallo è immediata, se non è l'erede designato, poco ci manca.
Poteva presentarsi una situazione simile anche sulla sinistra, con Federico Mattiello ed Evra protagonisti, ma gli infortuni hanno tolto la chance di mettersi in mostra nel Chievo al classe 1995, il quale è attualmente integrato nella prima squadra, per poi probabilmente esplorare la Serie A la prossima stagione. Chi invece non lascerà il bianconero è Daniele Rugani, sul quale è superfluo spendere altre parole se non quelle che Allegri pronuncia in conferenza stampa più o meno con cadenza bisettimanale, a puntual domanda: Daniele è il futuro della Juventus e dell'Italia. Basta questo.
MEDIANA DI FERRO
Lunghissima invece la lista del centrocampo, reparto criticato in estate per un mancato innesto di valore, ma che può dare la chance ad alcuni giovani di mettersi in mostra. Non sono una novità Stefano Sturaro e Mario Lemina, entrambi classe 1993, alternative agli attuali titolari ideali, anche se il secondo, fino al rientro di Marchisio, può essere considerato tale, mentre il primo è stato colpito da un infortunio che gli sta momentaneamente togliendo spazio. Stesso destino del Sanremese tocca a Rolando Mandragora, acquisto di Gennaio, alle prese con il recupero dopo un'operazione per la frattura ad un metatarso: la Juventus ha voluto mantenerlo in rosa per farlo crescere nell'ambiente nel quale costruirà il proprio futuro, e anche lui aspetta la propria chance già quest'anno, consapevole che in bianconero si crede tantissimo in lui (12 milioni tra parte fissa e bonus il costo del suo cartellino).
Altri due italiani, in questo caso prodotti della primavera, sono in Serie B a farsi le ossa: Francesco Cassata e Mattia Vitale, prevalentemente interni di ruolo, devono sviluppare esperienza tra i professionisti, ma quanto mostrato nelle giovanili li potrebbe proiettare presto al piano superiore. Discorso parzialmente diverso per Stefano Sensi, uno dei tanti risultati della sinergia tra Juve e Sassuolo, maglia che veste per questa stagione: Marotta ha un'opzione d'acquisto su di lui, potrebbe farne il regista del futuro, ma prima vuole capire il suo valore e la maglia neroverde è forse la migliore possibile da vestire.
L'accoppiata sull'asse Torino-Reggio ha portato in Italia anche Rogerio, attualmente in forza alla primavera di Fabio Grosso, giocatore tutto da scoprire nelle mani migliori possibili per crescere, tanto che, volendo ampliare il discorso sul futuro, il campione del mondo 2006 sembra l'uomo destinato a raccogliere l'eredità di Allegri. Altri due sudamericani sono Rodrigo Bentancur, il famoso mediano classe 1997 che la Juve ha opzionato nell'ambito dell'operazione Tevez e che porterà a Torino nella prossima estate, e Andrés Tello, al momento in prestito all'Empoli, dove può giocare con continuità e sviluppare le proprie doti tecniche all'interno di un sistema ideale per la crescita dei giovani. Lui è un interno, l'argentino un regista, altri sono jolly. Resta solo da capire chi emergerà. Ah, e giusto per ricordarlo: Pjanic ha 26 anni...
FANTASIA AL POTERE
Avanzando di qualche metro sul campo, l'abbondanza continua. Tra trequartisti puri, ali, mezze punte e chi più ne ha più ne metta, i rifinitori o presunti tali nella Juve del futuro non mancano. per Domenico Berardi e Marko Pjaca bastano i nomi. Il secondo i bianconeri se lo sono assicurati in estate, il primo ha invece deciso di rimanere un altro anno al Sassuolo, ma l'impressione è che i bianconeri cercheranno di convincerlo a vestir la casacca di madama già dal prossimo anno.
Oltre a questi due, intrigano anche Matheus Pereira e Luca Clemenza. Destini diversi, ma che potevano essere molto simili: il primo è ad Empoli a farsi le ossa preparandosi al grande salto, il secondo ha invece perso quasi tutta la fetta di 2016 fin qui trascorsa a causa di una rottura del legamento crociato. Quest'anno rimarrà in primavera, ma avrebbe potuto esplorare la Serie A in prestito, viste le tantissime richieste pervenute all'indirizzo di Marotta. Fantasisti puri, con caratteristiche abbastanza diverse, essendo il primo un brasiliano più classico, più moderno invece il secondo.
Eppure l'elemento della primavera di maggior spicco è indubbiamente un altro, il più pronto al salto, ma anche il più giovane dei trequartisti, classe 1998: Grigoris Kastanos. Cipriota, vero e proprio jolly offensivo, punto fermo della primavera. Prelevato nel 2014, si è messo in luce lo scorso anno, ed ora è atteso alla definitiva conferma tra i coetanei, dopo aver svolto buona parte del ritiro estivo insieme alla prima squadra. L'attesa su di lui è tanta, a ragion veduta, e non è da escludere qualche convocazione o comparsata tra le file della prima squadra.
ALL'ATTACCO DEL FUTURO
Poteva essere tra i fantasisti, lo inseriamo negli attaccanti, ma francamente Paulo Dybala potrebbe essere messo ovunque e non ha bisogno di descrizioni o ulteriori aggiunte. La sua età, 23 anni, può essere però utilizzata come metro di paragone per far capire quanto talento abbia Moise Kean, riferimento offensivo della primavera, classe 2000. Scuderia di Raiola, paragoni con Balotelli continui (non solo per le caratteristiche), cinque gol in cinque partite in questa stagione, tanto interesse da parte delle big Europee, e un contratto pronto da firmare con la Juventus fino al 2021. Sette anni in meno di Dybala, con il quale potrebbe condividere il reparto tra qualche anno.
Sparsi invece tra le serie minori altri tre talenti di proprietà della Juventus: King Udoh, dopo gli undici gol nel campionato primavera 2014/15, cerca di rilanciarsi in Lega Pro, al Pontedera, mentre Alberto Cerri e Simone Ganz mettono benzina in Serie B, rispettivamente a Spal e Hellas Verona. Il secondo ha già dimostrato il proprio valore in prestito al Como e punta ad infiammare anche un ambiente più caldo come quello scaligero per vestire presto il bianconero, il primo deve ancora migliorare sotto tantissimi aspetti, ma ha potenziale e margine per guadagnarsi l'ambita maglia dei pentacampioni d'Italia in carica.
FUTURA JUVE, LE SOLUZIONI
Come anticipato in apertura, ipotizzare un reale undici delle prossime stagioni, dal fatidico 2018 in poi, risulta piuttosto complicato, specialmente per le dinamiche di mercato e gli eventuali colpi (o, perchè no, addii) che i bianconeri potrebbero esercitare da qui ai prossimi tre-quattro anni. Divertendoci a costruire un ipotetico undici, con annesse alternative, dei sopracitati, il risultato ipotetico potrebbe essere un 4-3-3, o 4-2-3-1, o 4-3-1-2. A discrezione di ciascuno. Sta di fatto che, già pensandolo ora, potrebbe veramente apparire come spaventoso per talento e potenziale. Certo, è tutto da sviluppare, ma se il buongiorno si vede davvero dal mattino...