E' un Giorgio Squinzi severissimo, quello sentito dalla Gazzetta dello Sport. Il proprietario del Sassuolo infatti, che ha reso grande il club neroverde attraverso una politica accorta e lungimirante, non sembra aver ancora digerito la recente sonfitta contro il Milan, concretizzatasi anche grazie anche ad alcune scelte poco felici di Marco Guida, arbitro designato proprio per l'interessante sfida terminata, dopo una rocambolesca rimonta, 4-3 per i rossoneri.
"Sono davvero arrabbiato. - ha esordito - Sicuramente il Milan è una società migliore della nostra sotto molti aspetti, così come reputo gli arbitri bravissimi, ma penso che Niang faccia fallo su Lirola prima di scontrarsi con Antei". Il patron, che con questa sua citazione iniziale si riferisce al generoso rigore che ha permesso al Diavolo di tornare in partita, non sorvola nemmeno sulle altre situazioni poco convincenti, rammentando il rigore non fischiato a Politano dopo la "mano addosso" (così l'ha definita) di Donnarumma sul giocatore neroverde.
Un fiume di parole, il patron, che nella sua personale analisi post-gara cita ben quattro episodi sfavorevoli per i suoi: "Partita falsata da fatti non attinenti - ha dichiarato poco dopo il triplice fischio - perché ci sono almeno quattro episodi che non mi convincono. Il rigore non dato a Politano, il gol annullato ad Adjapong, il rigore molto generoso per Niang ed il fallo su Acerbi nel finale". Insomma, una catastrofe.
Al di là della delusione, seconda solo a quel Sassuolo-Sampdoria valida per i playoffs di B del campionato 2011/2012 (dove i neroverdi vennero penalizzati dall'arbitro, ndr), Squinzi non cancella quanto di buono fatto dai suoi, elogiando e non poco un Eusebio Di Francesco da quattro anni sulla panchina del Sasol, se si esclude la breve parentesi Malesani: "Ho una stima grandissima per Di Francesco, fa bene a lamentarsi. E' andato a giocare a San Siro con tre giovanissimi in campo, senza paura ed a quasi sfiorato l'impresa. Sul 3-1 avevamo la partita in mano".
Ricordi amari, per il patron Squinzi, che quasi quasi medita l'abbandono della fede rossonera: "Mi vien voglia di non tifare più Milan" afferma in maniera ironicamente amara. Frasi di circostanza, buttate lì, ma che comunque sottolinenano in maniera decisiva la delusione dell'uomo-simbolo del miracolo Sassuolo, bella e locale realtà pronta a giocarsela con le grandi d'Italia. Infelici decisioni arbitrali permettendo.