In periodi di magra, soprattutto per quanto riguarda la produzione e l'efficienza offensiva, tutto fa brodo, soprattutto una manita infrasettimanale, nonostante la prestazione in sè sia tutt'altro che lontana dalla perfezione che il risultato lascia pensare. Il cinque a uno rifilato ai modesti azeri del Qarabag non cura tutti i mali della Fiorentina di Paulo Sousa, che stenta ancora a ritrovare quella fluidità di manovra e quella brillantezza propria della compagine fiorentina nella passata stagione. Un episodio, come quello dell'espulsione di Yunuszada, spiana la strada verso la grande abbuffata, con i viola che ringraziano sentitamente dopo le - troppe - sofferenze iniziali.
Il modesto Qarabag è organizzato ed efficace, prova a lanciarsi in contropiede sfruttando la verve di un Quintana scatenato, che in un paio di occasioni potrebbe provocare molto più di un semplice brivido sulla schiena dei presenti al Franchi. Stenta, invece, la Fiorentina, lenta ed impacciata nella cerniera centrale con Sanchez e Cristoforo che non trovano le verticalizzazioni sperate, sebbene Kalinic provi in tutti i modi a smuovere le acque. Alla mezz'ora la svolta, che permette ai viola di acquisire campo e certezze, di rasserenare l'animo ed iniziare a martellare la retroguardia azera così come era nelle previsioni della vigilia. Bernardeschi trova finalmente la posizione giusta per le sue iniziative e, da una punizione di Kalinic, Babacar sblocca la gara.
E' su questo asse che si sviluppa, in poco più di cinque minuti, il successo dei toscani. Kalinic-Babacar, Babacar-Kalinic. Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia affatto: il croato sfrutta una perfetta combinazione di tagli e scarichi costruita da Tello e Cristoforo, prima di confezionare il cioccolatino che il senegalese ex Modena non può far altro che scartare ed insaccare. Il tris è servito. Sugli scudi, seppur sul velluto, il ventitreenne uruguagio ex Siviglia, che lascia intravedere un enorme potenziale e giocate di grandissima classe. Sporadiche, seppur lodevoli, le iniziative ad inizio ripresa degli ospiti, che con Reynaldo sfiorano il gol della bandiera, seppur il tema della gara sia segnato. Poco o nulla da dire dei secondo quarantacinque minuti, fatta eccezione per la doppietta di Mauro Zarate, che quasi per volere del destino torna in campo dopo un periodo non esattamente facilissimo ed ai primi due palloni toccati firma la doppietta che dedica, con tanto di pianto emozionale, alla moglie.
Test tutt'altro che probante quello affrontato da Sousa ed i suoi, che nel finale concede a Chiesa di togliersi la soddisfazine dell'esordio europeo e di andare vicino anche alla sua prima marcatura con la maglia viola dei grandi. Il tecnico portoghese, a fine gara, sottolinea la non esaltante prestazione dei suoi, soprattutto ad inizio gara, quando le cose non giravano per il verso migliore. C'è tempo per migliorare, per affinare l'intesa e gli schemi, nel frattempo l'ex Basilea si gode la cinquina, che dopo una serie di zeri nella casella realizzazioni è sicuramente salutare e porta con sè un carico di autostima e fiducia in vista dell'ostica sfida in casa del Torino dell'ex Mihajlovic.