Nulla di nuovo. Tra le mura amiche la musica non cambia e la Juventus si scrolla di dosso la brutta prestazione di domenica sera contro l’Inter. Il Cagliari cerca di arginare gli infiniti attacchi bianconeri, ma nulla può contro lo strapotere fisico e tecnico dei padroni di casa. La squadra di Rastelli deve fare i conti con la rabbia e la voglia di rivalsa di Higuain e compagni.
La difesa svolge, come da consuetudine in questi incontri, il minimo sindacale, non a caso le statistiche sotto porta della squadra ospite sono emblematiche, soli due tiri verso i pali difesi prima da Buffon e poi da Neto, e nessuno nello specchio. Rugani si conferma centrale affidabile ed incisivo anche in zona gol, dimostrando un ottimo senso della posizione.
Se nella sfida contro l’Inter qualcosa a centrocampo non aveva convinto, la partita con il Cagliari conferma l'importanza di Mario Lemina, che sta divenendo ormai uno dei punti chiave della metà campo bianconera, attivo anche all’attacco: la deviazione di Ceppitelli sull’azione del poker gli nega la gioia personale, ma il protagonista dell’azione è lui. Pjanic ritorna nel ruolo a lui più congeniale, quello di mezz’ala, e molte delle difficoltà scompaiono. Il bosniaco gioca in maniera molto più fluida e prova innumerevoli volte il tiro, cercando di beffare Storari, insieme a Di Gennaro il migliore dei suoi. Hernanes si vede poco ma fa tanto lavoro sporco, e mette in cassaforte una delle prestazioni più positive dall'approdo a Torino.
Higuain e Dybala in attacco, come da pronostico, sono un fiume in piena. Sul’ex Palermo ancora pesa, però, il non aver messo a segno il primo gol stagionale, persiste quel fastidioso zero alla voce “reti”. Il Pipita non delude, nella terza apparizione allo Juventus Stadium mette a segno il suo quarto centro, abile a sfruttare al meglio la ribattuta di Storari sul tiro di Pjanic.
Entra a metà secondo tempo e convince tutti: Marco Pjaca. Il talento croato ci mette poco a calarsi nella partita e a dare il suo contributo. Corre, lotta, serve palloni importanti, come ad esempio a Mandzukic, che sotto porta non sfrutta a dovere l'invito del connazionale dopo un’entusiasmante discesa. Ha anche l’occasione del gol, ma non riesce a controllare bene la sfera. Il tempo è dalla sua, non ci metterà molto a prendersi la Juventus.