E' stato un Pescara dai due volti quello che ieri, all'Olimpico, ha perso 3-0 contro la Lazio nel secondo anticipo della quarta giornata. Ordinato e sfortunato nel primo tempo quanto inesistente e stanco nel secondo, il tutto condito da quei fatali nove minuti di black-out in cui la Lazio ha aperto e chiuso il match.
Per quanto riguarda, dunque, l'aspetto tattico della partita Oddo se la gioca come sempre inserendo la stessa formazione che ha perso contro l'Inter in casa. I suoi partono anche bene costringendo la Lazio ad un pressing alto che alla lunga stancherà più gli abruzzesi che gli uomini di Inzaghi. Si capisce che è un Pescara diverso, e un pomeriggio storto, quando Memushaj calcia come peggio non pùò il rigore del possibile vantaggio. Nonostante ciò la squadra continua a creare ancora con Cristante, Verre e Caprari ma al contempo soffre tremendamente sulle palle inattive dove la Lazio sfiora più e più volte il vantaggio nella prima frazione. Il giocatore dell'Inter è troppo solo li davanti e la maggior parte delle volte Bastos e De Vrij hanno la meglio su di lui.
Massimo Oddo non è contento e decide di giocarsi la carta Manaj per Benali nell'intervallo, a causa della prestazione sottotono del Libico. Il cambio, però, si rivela un po' troppo affrettato perchè Gyomber alza bandiera bianca all'inizio della ripresa ed entra Fornasier. Il secondo tempo è un inferno per i biancoazzurri: la squadra si abbassa troppo, non riesce a ripartire e non copre le giuste distanze. Sulla catena di sinistra Biraghi e Memushaj non riescono a tenere a freno il talento di Felipe Anderson che scardina la difesa come se nulla fosse. Caprari viene spostato esterno per lasciare la zona centrale a Manaj che toccherà quattro palloni in tutto ma non per colpa sua.
Le palle alte sono il punto debole degli abruzzesi e lo dimostrano la prima e la seconda rete della Lazio. Nel primo gol, Zampano non vede l'inserimento di Milinkovic-Savic che lo sovrasta, mentre nel secondo Radu, da calcio d'angolo, stacca in mezzo a quattro e trafigge Bizzarri. L'uno-due micidiale della Lazio costringe Oddo a giocarsi il tutto per tutto inserendo Mitrita per uno spento Cristante ma, per il rumeno, non c'è nemmeno il tempo di ambientarsi, che Keita semina il panico in una difesa un po' troppo ballerina e serve ad Immobile un cioccolatino da spingere in rete. In nove minuti black-out totale di un Pescara che subisce la prima sconfitta meritata della stagione al cospetto di una buona Lazio.
Nessun dramma per la squadra di Oddo, sia chiaro, ma c'è da lavorare sulle palle inattive e sulle coperture difensive, visti i quattro degli ultimi cinque gol presi in campionato tra Inter e Lazio. La parte più dura del campionato sembra essere passata, lasciando con sé un buon bottino di quattro punti ai biancoazzurri: adesso c'è il Torino ed è qui che inizia il vero campionato del Pescara e, l'obiettivo salvezza, è abbordabilissimo. Una menzione speciale va fatta ai 1500 supporters Pescaresi giunti nella capitale e che non hanno mai smesso di incitare la loro squadra fino al triplice fischio.