Domani affronteranno la loro ex squadra, sono entrambi due terzini, uno d'esperienza e uno di ottima prospettiva, ma oggi Federico Peluso e Pol Lirola sono prima di tutto due giocatori del Sassuolo. Entrambi sono stati intervistati dalla Gazzetta dello Sport, ma le prospettive dei due, come detto sopra, sono molto diverse: Peluso è in pianta stabile in Emilia, mentre il giovane Lirola ci è andato per farsi le ossa e tornare alla casa base.

E' proprio il giovane spagnolo ad iniziare a raccontare: “sono arrivato in Italia nel 2014, giocai la mia prima gara con la Serie C dell’Espanyol e dopo la doccia trovai il mio procuratore col capo degli osservatori Juve. Mi dissero che i bianconeri mi volevano, e io non ho avuto dubbi”. Lirola ha scelto subito la società bianconera e l'Italia, anche se in Spagna era seguito da Barcellona e dal Manchester City. Con squadre di questo calibro alle sue spalle la scelta fatta dal diciannovenne ha sorpreso qualche addetto al lavoro, ma lui spiega che “ho scelto la Juventus perchè amo il calcio italiano, il campionato è il più completo e formativo. Ho pensato che la Juve fosse il posto migliore per crescere ed essere valorizzato”. Quest'estate, prima di approdare a Sassuolo, Lirola ha svolto la tournèe estiva con la prima squadra di Max Allegri e lo scorso anno si è allenato spesso con i pentacampioni, quello che lo ha aiutato di più? Lichtsteiner. “Mi ha dato molti consigli su come migliorare. In Spagna c’è meno interscambio con la prima squadra, Allegri invece ci chiamava spesso per allenarci coi grandi: ogni seduta è una lezione all’università”. Subito dopo il suo arrivo in neroverde Di Franceso lo ha lanciato in Europa League: “appena arrivato Di Francesco mi ha detto: “Non m’importa l’età, se avrai l’umiltà di imparare e meriterai di giocare ti darò una maglia. Passare dalla Primavera alla A è un grande salto, con mio padre e la Juve abbiamo deciso che fosse il momento di andare in prestito e che Sassuolo fosse la piazza giusta”. Lirola poi si lancia anche in un pronostico per il futuro: “sapere che il club mi considera un investimento per il futuro mi riempie d’orgoglio. Il mio obiettivo è farmi le ossa qui due anni per essere all’altezza. Giocare nella Juve è il sogno”.

Discorso opposto per Peluso che dalla Juventus ci è già passato e con cui ha anche uno dei ricordi più belli della sua carriera: “l’esordio in Champions League contro il Celtic a Glasgow. Finì 3-0 e io feci l’assist a Matri per il primo gol”. Dalla Champions con la Juventus all'Europa League con il Sassuolo il passo non è stato così breve, ma sicuramente atteso: “sapevo che c’era un progetto ambizioso e questo mi ha convinto. I dirigenti mi dissero subito che il loro obiettivo era l’Europa, in fretta. È stata una sorpresa per tanti, non per noi che viviamo questa realtà tutti i giorni e sappiamo quanta programmazione e quanto lavoro c’è dietro. Risultati così non sono mai frutto della casualità”. Peluso poi si permette anche una riflessione sul caso Berardi: “quando ti chiama la Juve fai fatica a dire di no. Anche se lui non ha detto no, ha deciso di rimanere a Sassuolo e noi ce lo godiamo: è straordinario, quando si sentirà pronto al grande salto lo farà. Ha preferito un altro anno qui perché aveva bisogno di continuità”. Cosa serve per battere la Juventus? Risponde Peluso: “per batterla ci vorrà la partita perfetta. Fare gol a Buffon allo Stadium non è mai facile, ma possiamo riuscirci”.