Come un cielo estivo dal temporale ritrova l'improvviso sereno, la Juventus con Dybala in campo cambia repentinamente in meglio. Questo ci ha raccontato l'amichevole di ieri sera contro l'Espanyol, terminata 2-2 in quel di Modena, dove nel dicembre scorso Allegri lasciò una giacca strappata. Si fosse trattato di una partita ufficiale, probabilmente anche un altro capo di abbigliamento dell'armadio del tecnico livornese avrebbe terminato il proprio utilizzo, ma fortunatamente l'assenza di premi in palio per il vincente ha evitato altri lavori ai sarti.

Il primo tempo dei bianconeri è infatti da dimenticare, causa del poco movimento dei due interni e l'assenza di un vero regista difensivo che potesse leggere per primo i movimenti. Circolazione lenta dunque nel 3-5-2 con la coppia d'attacco pesante: l'assenza dell'uomo di raccordo (leggasi Dybala) viene parzialmente compensata da un Pjanic che cerca spesso la verticalizzazione, ma senza l'appoggio delle mezze ali. Lemina dimostra di essere ancora acerbo e di dover imparare ancora i movimenti offensivi, Pereyra risulta propositivo e dinamico, ma soprattutto fine a sé stesso. Di conseguenza il fraseggio subisce eccessivi rallentamenti, la palla arriva tardi sulle fasce esterne ed i cross sono di facile lettura per la buona difesa dell'Espanyol, decisamente aggiustata da Sanchez Flores. Inoltre, per l'ennesima volta, alla prima occasione subita Buffon deve raccogliere il pallone in fondo al sacco.

Di tutt'altra pasta è la ripresa con Dybala in campo dietro alle due punte: dopo neanche un minuto propizia una doppia occasione, sempre dal suo piede nasce il pareggio, così come l'espulsione di Victor Sanchez. Il primo quarto d'ora è l'occasione per sperimentare anche il tridente con la Joya dietro a un Mandzukic già in forma smagliante e pronto per la nuova stagione e un Higuain ancora tutto da rodare, com'è normale che sia; la soluzione porta comunque risultati tutto sommato soddisfacenti anche in quanto ad equilibrio, merito di Lemina, migliore nel dare equilibrio col 4-3-1-2, e un Asamoah parso non solo in buona condizione, ma anche intraprendente.

Tra gli altri, da segnalare la prestazione di Pjaca, un cocktail tutto sommato di un sapore accettabile a base di lampi di talento con un pizzico di inconcludenza di troppo: l'impressione è sempre la solita, ovvero che debba essere scolarizzato. Ed Allegri, in questo senso, sembra essere l'uomo giusto per inserirlo nel proprio calcio. Magari come era riuscito a fare con quell'argentino col 21 sulla schiena, salvatore del risultato con una perla mancina, una delle tante di una partita che lo innalza a uomo copertina della stagione che verrà.