L'attesa sta finalmente per finire. Dopo una lunga ed appagante stagione, collimata con l'accesso all'ultima fase dei playoffs, la fame di Pescara e Trapani ancora non concede tregua, con le due formazioni pronte a darsi battaglia per raggiungere una promozione in A meritata a prescindere da chi sia la compagine eletta. Una doppia sfida incerta, difficile da pronosticare e sicuramente emozionante, con due filosofie diverse pronte a mettere in gioco un intero anno calcistico, ancora in bilico tra il trionfo totale e l'amara sconfitta.
Partita con il favore dei pronostici, ma poi sempre più ridimensionata, la squadra di Oddo, autrice di un campionato altalenante ma comunque sicura di un posto ai playoffs nonostante la lunghissima serie di sconfitte che l'ha vissta protagonista nella parte centrale di stagione. Il Pescara gioca un calcio offensivo, verticale e rapido, che trova in Lapadula il perfetto terminale offensivo, attaccante di razza capace cioè di concludere in porta ogni pallone che tocca, un re Mida italo-peruviano sicuramente al centro di un frenetico mercato estivo. L'attaccante pescarese, a quota 29 gol, non vuole però fermarsi, segnando ancora e portando magari i suoi nella massima serie italiana. La forza del giocatore numero 10 è stata sicuramente l'arma in più per gli uomini di Oddo, secondo miglior attacco del campionato dopo l'inarrivabile Cagliari e spesso vittoriosi nonostante i tanti gol subiti. Se c'è infatti da trovare una pecca nel collettivo biancoazzurro, è proprio la permeabilità difensiva, che ne fanno la squadra, tra le magnifiche otto, più volte perforata durante i novanta minuti. Poco male, comunque, considerando il quarto posto e la forma strabiliante a cui si è giunti in prossimità della finale.
Più sorprendente, anche se ormai bella certezza di categoria, il Trapani, collettivo attento in difesa ed ormai noto per quel 3-5-2 difficile da scardinare e sempre pronto a ripartire con celerità. I ragazzi di Cosmi hanno infatti sempre sfruttato al massimo le poche occasioni create, dimostrandosi dormienti ma mai assopiti, pronti a mordere velenosamente come solo un cobra del deserto sa essere. Trascinatore di quest'annata straordinaria, Nicola Citro, ventisettenne salernitano giustamente soprannominato, per le sue doti sopraffine, il Messi di Fisciano. Il folletto campano è stato infatti quel plus in più che ha trasformato in realtà quello che sembrava essere solo un sogno, una specie idea strampalata che può nascere solo dopo una serata di alcool ed amici. Eppure ora, nella più platoniche della favole, l'idea è divenuta chora, materia, pronta a tornare nell'Iperuranio trascinandosi, magari, il mago Cosmi ed il suo incredibile Trapani.
Analizzando le due sfide, grande incertezza vige nel doppio confronto: in questa stagione, infatti, sia Trapani che Pescara hanno fatto bottino pieno fuori casa, ottenendo due vittorie nette e senza storia. All'andata fu il Pescara a superare i rispettivi avversaria grazie alle reti di Lapadula, Benali e Caprari, al ritorno ci pensarono invece Citro ed Eramo nel finale a ricambiare lo sgarbo, con i padroni di casa che avevano accarezzato il pari grazie ad un gol di Fornasier all'89'. Ora però la posta in gioco è diversa, più pesante. Ogni errore potrebbe costare caro così come la miccia potrebbe benissimo nascere da una singola giocata. Sicuramente, al di là di come finirà, sarà un doppio confronto avvincente a tra le due formazioni che meglio di qualsiasi altra hanno meritato di giocarsi la finale per sognare un magico ed incredibile approdo in serie A.