La stagione è stata infinita e faticosa, ma lungi dall'essere finita, nonostante manchino solo, si fa per dire, 180 minuti. Due partite per due squadre, Salernitana e Virtus Lanciano. Due scontri che ne condanneranno sicuramente una all'Inferno Lega Pro dopo una stagione di B altrettanto travagliata. Squadre che sono giunte al doppio scontro vivendo momenti diversi, difficili ma forse anche indimenticabili. Come spesso capita in queste occasioni, difficile fare pronostici, anche se le direttrici tracciate nella stagione regolare potrebbero fornire i primi dati su chi potrebbe restare nel campionato cadetto anche per la prossima stagione.

Meglio attrezzata qualitativamente parlando, la Salernitana giunge a questo percorso con l'inconscia sicurezza (giusta o sbagliata che sia) di essere la più forte. Non è un segreto di Stato, infatti, che i campani abbiano nel loro organico talenti purissimi e giovani di belle speranze. Tale proficuo humus non ha però regalato ai granata la salvezza diretta, costringendoli all'ultimo delicato sforzo prima di poter definitivamente rompere le righe. Sono state forse troppe, infatti, le gare gettate al vento dai ragazzi di Menichini, soprattutto nella loro prima parte di stagione e sotto la gestione di Torrente. Partiti con l'entusiasmo a mille dopo il 3-1 contro l'Avellino, infatti, i ragazzi di patron Lotito hanno sempre più perso colpi, perdendo magari anche la testa in più di un'occasione, come dimostrano i tantissimi rossi diretti che ne hanno fatto squadra tra le più fallose della serie B. I campani però, nonostante i tantissimi gol subiti e le numerose sconfitte, hanno dalla loro un equilibrito ritrovato in quel 4-4-2 che tanto esalta le doti di Massimo Coda e dell'ex Teramo Donnarumma, veri e propri trascinatori nella fase delicatissima di fine stagione, quando tutto sembrava ormai perduto. Occhio, inoltre, alle fasce, controllate da gente sempre pronta a fare male, Gatto e Zito su tutti.

Meno singoli e più gruppo, invece, per la Virtus Lanciano, che ha fatto del gioco di squadra quell'arma capace di portare tanti punti nelle ultime gare di una stagione travagliata a causa dei quattro punti di penalità decisi dalla Federazione, vera e propria battuta di arresto dopo un filotto di risultati utili consecutivi che avevano fatto allontanare gli abruzzesi dalla zona rossa. La decurtazione non ha però abbattuto la Virtus che, nonostante alcune eccellenti cessioni nel mercato di gennaio, ha saputo ritrovare se stessa puntando sul giovane Di Francesco e sull'esperto Ferrari, senza dimenticare Guido Marilungo, vero e proprio lusso per la categoria nonostante i soli ventisei anni. Un pacchetto offensivo da non sottovalutare, dunque, che spesso ha fatto male compagini più accreditate e che  ha continuato a tenere in vita il manipolo abruzzese, desideroso di continuare a giocare nella magica ed affascinante serie B.

Statisticamente parlando, andando cioè a considerare il doppio incontro nella stagione regolare, l'ago della bilancia pende e non pocco dalla parte della Virtus, capace di ottenere ben quattro dei sei punti disponibili. Gli abruzzesi hanno infatti pareggiato all'andata per 2-2, andando però ad espugnare l'Arechi proponendo un gioco concreto e contropiedistico. I tifosi granata ricordano ancora, infatti, quel fatidico 12 marzo, quando Ferrari ed una doppietta di Di Francesco stesero i campani senza soluzioni di continuità. Certo, i playoffs sono, come direbbe Arisa riferendosi all'amore, un'altra cosa, ma sapere di poter contare su precedenti favorevoli protrebbe essere un vantaggio psicologico non da poco e, forse, decisivo.