Alvaro Morata. Centoundici. Ed è di nuovo double: la Juventus soffre, gioca male, fa fatica a costruire e ad arginare il Milan. Eppure, alla fine, il singolo con le valigie in mano(?) la decide, su cross di Cuadrado, un altro destinato a lasciare in via definitiva Torino, di rientro al Chelsea. Un addio dolce, per entrambi. Con la decima coppa in cinque anni. Queste le pagelle bianconere.

JUVENTUS 6 – Gioca male, soffre, si ritrova sotto tono, cresce col passare dei minuti senza mai dominare davvero. Tutto questo sarebbe insufficiente. Invece vince, fa double scudetto-coppa per la seconda volta consecutiva (record), archivia la stagione col sorriso e un altro trofeo. Devastanti.

NETO 7 – Compie interventi facili e meno facili, ma comunque tutti importanti. Si fa sempre trovare pronto e non commette alcuna sbavatura: se la Juve resiste nel primo tempo è soprattutto grazie a lui.

RUGANI 5,5 – Non subisce la pressione delle partite che contano, tant’è che col passare dei minuti prova anche a giocar la palla più in avanti, ma tende soprattutto al non-rischio e al passaggio semplice, fermando un po’ la manovra. Messo in difficoltà da Bonaventura.

Rugani affronta Bonaventura. (fonte immagine: Mondogol.it)

BARZAGLI 6 – Il piede non è proprio quello di Bonucci, la visione nemmeno: pecca in fase di impostazione, ma si riscatta mantenendo una buona posizione in fase difensiva e tenendo bene d’occhio Bacca, pericolo pubblico in quella zona del campo.

CHIELLINI 7 – Dei tre è quello che prova più spesso il lancio in avanti e l’incursione per spezzare l’equilibrio avversario, riuscendo anche a tenere la posizione e rendendosi protagonista di vari interventi decisivi.

LICHTSTEINER 5 – Molto in difficoltà contro un De Sciglio propositivo, tende a rimanere largo e non seguire l’uomo quando taglia in mezzo al campo. Un po’ lenta l’esecuzione in fase offensiva, anche se non è del tutto sua la responsabilità.

LEMINA 6 – Non è Khedira, magari lo diventerà ma ora non lo è. Ancora timido in fase di inserimento, riesce a tener la posizione ma risulta stare troppo basso ogni tanto. Ha però il merito di metter lo zampino nel gol, con il suo assolo.

HERNANES 5 – Partita sbagliata per il brasiliano, che si è trovato a fronteggiare una pressione infernale, soffrendone. La velocità di esecuzione non è notoriamente la sua arma, costringendolo ad accelerare va in difficoltà.

Hernanes prova a destreggiarsi contro Montolivo. (fonte immagine: Eurosport)

POGBA 6 – Dovessimo dare un voto in relazione a quanto Pogba può fare e quanto ha fatto, allora staremmo bassi. In generale però la sua partita è buona, fatica sì in mezzo al campo ma crea svariate occasioni con le sue giocate. Può e deve comunque fare di più.

EVRA 5 – Discorso molto simile a Lichtsteiner anche per il francese: tende a schiacciarsi troppo dentro l’area e non spinge eccessivamente, lasciando spazio a Calabria e alle sue incursioni. Prova a spingere in un paio di occasioni, non andando neanche male.

DYBALA 6 – Le sue capacità ci parlano di altro, ma va detto che ogni volta che toccava palla gli avversari “sparavano a vista”. Raddoppi, anche duri, e tanti falli subiti. Ma anche innumerevoli recuperi per aiutare in fase difensiva.

MANDZUKIC 6 – Non gli arrivano tanti palloni giocabili, anzi. Quelli che può li gioca anche bene, anche se ovviamente buona parte del giudizio lo fa la tendenza al sacrificio. Forse, per una volta, persino troppa.

Morata, nascosto dietro a Calabria, gira in porta il gol che vale la Coppa Italia al 111'. (fonte immagine: CdS)

CUADRADO 6 – Porta imprevedibilità nell’attacco bianconero, la sua velocità è chiave e genera anche l’assist per il gol, ma nel finale rischia una serie di errori che per fortuna non costano caro alla Juve.

ALEX SANDRO 6,5 – Tiene meglio di Evra, spinge anche meglio, costringendo Calabria a mantenere più bassa la sua posizione. Difendere attaccando, quel che forse sa fare meglio di ogni altra cosa.

MORATA 8 – Entra, tocca forse due palloni, uno lo butta in porta per il gol, tra l’altro di pregevole fattura, che decide la Coppa. Cosa pretendere di più? La permanenza, probabilmente.

ALL. ALLEGRI 6 – 7 per i cambi, 5 per le scelte iniziali. Con Hernanes serviva un Asamoah o un Pereyra, per schiacciare meno la squadra. Anche le scelte sugli esterni non convincono. Poi la vince con le sostituzioni, e quindi, per l’ennesima volta in questi due anni, ha ragione lui. Ah, e sono 6 trofei in due stagioni…