Ultima spiaggia per il Verona di Gigi Delneri, che domani pomeriggio si presenterà al San Paolo di Napoli per vendere cara la pelle nella speranza di continuare a cullare il sogno salvezza. Hellas che scenderà in campo a Fuorigrotta con l'intento di recuperare ulteriore terreno sulle dirette rivali: il Frosinone ed il Carpi giocano oggi contro Inter e Chievo, mentre il Palermo sarà impegnato domani, in contemporenea con gli scaligeri, in casa contro la Lazio. Occasione, dunque, per rosicchiare ulteriore terreno in ottica salvezza, nonostante l'ovvia difficoltà del match da affrontare. 

Parte proprio da qui l'analisi del tecnico, che guarda al Napoli come una grande squadra nonostante le numerose assenze (Sarri, ma anche Reina ed Higuain n.d.r.): "Dobbiamo partire dal concetto di avere ritmo ed intensità. Inoltre dobbiamo pensare da squadra, al massimo delle nostre possibilità senza credere che ci sia un individuo che può influenzare i nostri risultati. Vedremo un Verona che deve pensare a fare la partita: intensi, aggressivi. Giochiamo contro una squadra che lotta per lo scudetto, nonostante qualche piccolo passo falso. Saranno arrabbiati e vorranno rifarsi dopo la sconfitta della settimana scorsa". 

Riguardo le condizioni della squadra, Delneri fa chiarezza sui disponibili (Toni ancora out) e sulla rottura con l'attaccante di Pavullo: "Resta a casa Luca così come restano a casa Romulo, Fares ed Helander che non è ancora in condizione di giocare. Quella di Toni è sì una scelta tecnica, anche una scelta dettata dalla necessità di giocare con punte con caratteristiche diverse dalle sue. Non c'è nessun caso, penso che un allenatore abbia il diritto di fare le proprie scelte e di fare delle precise valutazioni. La squadra ha bisogno di altro, di fisicità ma anche di passo e di non dare punti di riferimento. Con lui non c'è nessun segreto". 

Infine, riguardo la presenza dei tifosi scaligeri al San Paolo e sull'atmosfera che accoglierà il Verona nel catino di Fuorigrotta, la chiosa di Delneri: "I nostri tifosi ci daranno una mano più dei loro 45.000. Sullo striscione non ho nulla da dire. Non si tratta di calcio. Non mi piacciono le polemiche, ma non parlo di quello che ha fatto il Napoli, sono scelte. Abbiamo diritti, doveri e rispetti. Loro volevano rispetto e volevano una reazione a queste giornate di squalifica, ma sanno loro".