In mezzo alle tante acque agitate in questa stagione del Milan, uno dei pochi salvagenti può essere rappresentato da Alessio Romagnoli. Arrivato con il peso della cifra pagata per un giovane come lui sulle spalle, il difensore centrale ha dimostrato di essere da Milan. Per il presente, ma soprattutto per il futuro.
In una lunga intervista al Corriere della Sera, Romagnoli indica un nuovo obiettivo per le ultime partite di campionato del Milan: " L’obiettivo c’è eccome ed è l’Europa: la Champions è distante, ma vogliamo l’accesso diretto all’Europa League, quindi il 4° posto." I punti di distanza dalla Fiorentina sono in questo momento sette, ma il problema principale sembra che questa squadra non possa andare oltre la posizione attuale e anzi farebbe meglio prima a guardarsi alle spalle. Intanto si è andati tutti in ritiro dopo la sconfitta di Bergamo: "È la prima volta che mi capita. Non è una scelta punitiva, ma è una settimana da passare assieme per stare uniti, guardarci in faccia e prepararci al meglio alla partita con la Juventus. La partita di Bergamo? L’atteggiamento è stato giusto, siamo andati subito in vantaggio, poi abbiamo preso gol al 45’ e c’è stato un calo. Problema di personalità? No: se il Milan ci ha scelto vuol dire che in noi ha visto anche la personalità per giocare a San Siro. Ma è vero che abbiamo sbagliato tanto, soprattutto mancato in concentrazione con le piccole squadre. I pochi punti dopo le soste? Non saprei, tornati dalla Nazionale può essere che si molli inconsciamente, ma ormai sono partite andate. Ora ne mancano sette e dobbiamo giocarle come sette finali."
Inevitabili sono tornate forti anche le voci su Mihajlovic. Romagnoli, come altri compagni hanno fatto prima di lui nelle scorse ore e settimane, vota per una permanenza del serbo anche per la prossima stagione: "È sempre lui, uno che dice le cose in faccia e non fa distinzioni tra giocatori grandi e piccoli. Io lo devo ringraziare: mi ha fatto giocare con la Samp e mi ha voluto qui. Se voglio che rimanga? Sono scelte che spettano alla società, posso solo dire che siamo contenti di lavorare con lui e ci piacerebbe continuare." Un commento, infine, anche sulla scelta di prendere la maglia numero 13 che è stata di un certo Alessandro Nesta: "Mi piaceva il 6 ma è quello del grande capitano, poi il 3 ed è di un altro capitano... Scherzo, Nesta è Nesta, da sempre la mia fonte d’ispirazione, il 13 era il numero perfetto. Se ci assomigliamo? Direi di sì. Dopo Nesta sono stato il difensore più pagato dal Milan? Non mi è pesato, magari per qualcun altro, io non c’ho pensato molto. Ho voluto solo dimostrare di meritare quei soldi."